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Cern, risveglio anticipato per il super acceleratore Lhc

Risveglio 'sprint' per il più grande acceleratore di particelle del mondo: dopo la pausa tecnica invernale e i test di inizio aprile, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra ha ricominciato a lavorare, aprendo con qualche giorno di anticipo la stagione 2018. A inaugurarla è stato il lancio di 1.200 'pacchetti' di protoni, immessi nell'anello dell'acceleratore il 28 aprile per ottenere le prime collisioni dell'anno.

Così i quattro grandi esperimenti dell'acceleratore Lhc, Alice, Atlas, Cms e Lhcb hanno ricominciato a raccogliere dati, che saranno usati per mettere alla prova la teoria di riferimento della fisica delle particelle, il Modello Standard, alla ricerca di fenomeni inediti che potrebbero aprire la strada ad una 'nuova fisica'.

Questa avventura, che vede l'Italia in prima linea con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), entrerà nel vivo proprio in questo 2018, l'ultimo anno di collisioni prima che Lhc affronti un nuovo lungo letargo (definito 'Long Shutdown 2') che si protrarrà fino alla primavera 2021, per consentire un nuovo aggiornamento tecnico della macchina e degli esperimenti. Con il calendario alla mano, i fisici del Cern dovranno quindi massimizzare l'efficienza della raccolta dati nei quattro esperimenti, per avere materiale a sufficienza da analizzare nei due anni di stop.

Nei prossimi mesi gli esperimenti Atlas e Cms continueranno a testare le proprietà del bosone di Higgs e cercheranno nuovi indizi sulla materia oscura insieme a Lhcb, che nel frattempo proverà a risolvere l'enigma dello squilibrio tra materia e antimateria nell'Universo. L'esperimento Alice, invece, studierà la fisica della materia sottoposta alle interazioni forti che si riscontrano alle densità di energia estreme (come quelle presenti all'alba dell'Universo) alle quali ci si aspetta la formazione di una nuova fase di materia chiamata plasma di quark e gluoni.

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