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Ars, tagli per i portaborse ma arriva un budget che non avrà controlli

Passa a sorpresa e con l’accordo di tutti i partiti una norma che riscrive le regole di assunzione e il budget per i portaborse e i collaboratori dei gruppi parlamentari.

La norma parte da un taglio della spesa per la categoria D6, l’ultima entrata all’Ars in questa legislatura: si passa da 58.571 euro assegnati annualmente a ciascun deputato per le assunzioni a un massimo di 38.071. In questo modo – secondo i calcoli della conferenza dei capigruppo – ci sarà un risparmio di circa un milione e 400 mila euro.

Viene leggermente ridotto anche il budget per i cosiddetti stabilizzati, precari assunti nelle scorse legislature a cui di volta in volta viene per prassi rinnovato il contratto: per ciascuno di loro è prevista una spesa massima di 58 mila euro (oggi può raggiungere anche i 70 mila). Dunque alcuni fra i cosiddetti stabilizzati vedranno ridotto il loro compenso.

In questo modo l’Ars risponde alle indagini della Corte dei Conti, di cui a giorni si attende la delibera finale, che ha segnalato l’esigenza di bloccare il boom di assunzioni (300 dall’inizio della legislatura) e ridurre i compensi tagliando superminimi e bonus.

I parlamentari però si vedono confermata una terza tranche di finanziamento, quella che vale 3.180 euro al mese, per i portaborse tradizionali. E in pratica, il finanziamento per i D6 e quello per i portaborse tradizionali si sommano e il deputato potrà gestirlo autonomamente. Inoltre questo budget, per regole contabili, è estraneo ai controlli della Corte dei Conti.

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