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Consultazioni, domani nuovi incontri di Fico con le delegazioni di Pd e M5s

ROMA. Il tempo stringe anche per Roberto Fico. E prima di tornare al Colle, il presidente della Camera incontrerà ancora una volta le forze politiche.

Alle 11 l'incontro con la delegazione del Pd, alle 13 l'incontro con la delegazione del M5s. Le consultazioni si svolgeranno nel Salottino del Presidente.

"Sarebbe veramente scortese dal punto di vista formale e nel rispetto del dettato della Costituzione se noi escludessimo un mandato che è ancora in corso. Domani il presidente della Camera Roberto Fico incontrerà nuovamente le delegazioni, lasciamo che le delegazioni facciano il loro lavoro". Così il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, a margine della cerimonia alla Risiera di San Sabba a Trieste, a chi gli chiedeva se un mandato Pd-M5s è escluso.

"Se ognuno di noi dice la conclusione del confronto prima che questo avvenga non facciamo un buon servizio a nessuno", ha precisato. Parlando poi delle distanze tra Pd e M5s, ha aggiunto: "Io rappresento solo quella che è una situazione sotto gli occhi di tutti. Quando descrivo durezza e distanza dei 5 stelle" il riferimento è "a uno stile diverso o a una diversità di atteggiamenti profondissima che c'è stata nella passata legislatura". Una divisione che è percepita "più marcata tra gli elettori che tra i dirigenti".

Polemiche nel centrodestra: "Esprimiamo rispetto per la decisione del Capo dello Stato Sergio Mattarella di conferire l'incarico esplorativo al Presidente della Camera per verificare la possibilità di una maggioranza PD - M5S - dice Marta Fascina, deputato di Forza Italia -. Tuttavia, la linea di Forza Italia non cambia: la prima area politica del Paese, che ha riscosso il 37% dei consensi alle ultime elezioni politiche e la cui primazia è stata confermata con le elezioni regionali molisane, e'il centrodestra unito. Un'ipotesi di governo che, escludendo il centrodestra, mettesse insieme i secondi con i terzi arrivati, magari pescando voti anche tra i quinti ed i sesti, rappresenterebbe un capovolgimento della volontà popolare e, dunque, un palese tradimento del mandato degli elettori".

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