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Migranti, la Francia vara una nuova legge: più espulsioni al confine

PARIGI. Ulteriore stretta della Francia per l'espulsione dei migranti irregolari. Mentre il ministro dell'Interno, Gérard Collomb, ha annunciato l'invio di "importanti rinforzi" di polizia per "garantire il rispetto assoluto" dei controlli ai varchi alpini tra Francia e Italia oltre che al confine tra Mentone e Ventimiglia, l'Assemblée Nationale ha dato il proprio via libera - dopo una settimana di roventi dibattiti e un migliaio di emendamenti - al progetto di legge su 'Asilo e Immigrazione' che prevede un giro di vite contro i flussi irregolari e una migliore accoglienza per i rifugiati.

Criticato per aver parlato di regioni francesi "sommerse" dalla crisi migratoria, Collomb ha difeso fino all'ultimo la legge, per lui perfetta sintesi di "fermezza" e "umanità", le due parole d'ordine del presidente Emmanuel Macron.

"Misure pericolose", tuona invece Amnesty International. Tra i provvedimenti l'aumento della durata massima di detenzione amministrativa, portata da 45 a 90 giorni (e non 135 come auspicato inizialmente) o da 16 a 24 ore della custodia per verificare il titolo di soggiorno.

Critiche anche per la riduzione da 120 a 90 giorni dei tempi per presentare una richiesta d'asilo oltre che il taglio da un mese a 15 giorni per presentare ricorso e la possibilità di mettere in custodia dei bambini in centri ad hoc. "I migranti, soprattutto minori, non possono essere detenute", protesta Amnesty auspicando che Parigi torni indietro su questa e altre disposizioni nella lettura al Senato prevista a giugno.

Quanto al controverso delitto di solidarietà, che punisce in determinate situazioni chi aiuta i migranti, è passato alla fine un emendamento che prevede una serie di esenzioni: non riguarderanno più, come in passato, solo l'aiuto al soggiorno ma anche l'aiuto alla circolazione (ma solo nel territorio francese).

Resta invece vietato aiutare un migrante a varcare il confine, ad esempio, sul Colle della Scala. Tra le misure volte a migliorare l'accoglienza di chi ha invece diritto all'asilo, previsto un titolo di soggiorno di 4 anni (invece di uno) per chi ottiene lo status di protezione sussidiaria, il rafforzamento della protezione per le giovani donne esposte a rischi di mutilazione genitale, maggiore tutela per gli omosessuali (un Paese che li perseguita non sarà più considerato 'sicuro'), riduzione dei tempi d'accesso al mercato del lavoro (da 9 a 6 mesi).

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