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Corruzione, il finanziere francese Bollorè in stato di fermo

Vincent Bolloré

PARIGI. Il finanziere francese Vincent Bollorè è in stato di fermo per la corruzione di funzionari pubblici stranieri in una vicenda legata a concessioni portuali in Togo e Guinea. Lo riporta 'Le Monde' nella sua versione online.

Bolloré è attualmente interrogato negli uffici della polizia giudiziaria a Nanterre, nel dipartimento degli Hauts-de-Seine, alle porte di Parigi. La vicenda riguarda le concessioni di ottenimento della gestione dei terminal di navi container. I giudici si chiedono se il gruppo Bolloré non abbia usato Havas, la sua filiale pubblicitaria, per ottenere nel 2010 la gestione dei porti di Conakry, in Guinea e Lomé, in Togo.

L’ipotesi è che Havas abbia fornito consulenze e consigli per sostenere l’arrivo al potere di alcuni dirigenti africani in cambio delle concessioni sui porti. Già nel 2016, la sede del gruppo Bolloré Africa Logistics era stata oggetto di una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta aperta nel luglio 2012.

Il gruppo Bolloré «smentisce formalmente» di aver commesso «irregolarità» in Africa attraverso la sua filiale africana SDV Afrique: è quanto si legge in un comunicato diffuso dal gruppo a Parigi. Le prestazioni oggetto dell’inchiesta della giustizia francese sono state «realizzate in completa trasparenza» e l’odierna audizione di Vincent Bolloré «permetterà di chiarire in modo utile alla giustizia queste questioni già oggetto di una expertise indipendente che ha concluso la perfetta regolarità delle operazioni».

«Una filiale del gruppo Bolloré - si sottolinea nella nota - è oggetto di un’inchiesta relativa alla fatturazione di prestazioni di comunicazione in Guinea e Togo riguardante gli anni 2009 e 2010, in seguito al ricorso di un ex collaboratore condannato per abuso di fondi a 3 anni e 9 mesi di carcere senza condizionale e circa 10 milioni di euro di danni e interessi».

«Il gruppo Bolloré - si prosegue nel comunicato - smentisce formalmente che la sua filiale dell’epoca Sdv Africa abbia commesso irregolarità. Le prestazioni relative a queste fatture sono state realizzate in completa trasparenza. L'audizione dei suoi dirigenti permetterà di chiarire utilmente alla giustizia queste questioni già oggetto di una expertise indipendente che ha concluso la perfetta regolarità delle operazioni».

Il gruppo Bolloré ricorda che «da oltre mezzo secolo Havas fornisce la sua expertise in comunicazione a campagne politiche nel mondo interno e in condizioni di trasparenza irreprensibili. La parte Trasporto del Gruppo Bolloré ha investito in Africa molto tempo prima della presa di controllo di Havas per delle concessioni portuarie il cui successo dipende da investimenti colossali e necessita di una expertise di alto livello. Dinanzi a una forte concorrenza, è la riconosciuta expertise del gruppo, le sue capacità finanziarie, la sua rete industriale, la sua expertise portuale da oltre trent'anni, gli investimenti che realizza sul continente africano (oltre 2 miliardi di euro negli 8 ultimi anni di cui 360 milioni per il solo anno 2017) che gli hanno permesso di vedersi attribuire le concessioni» sui porti, afferma il gruppo francese nella lunga nota diffusa a Parigi.

Bolloré sottolinea inoltre che le concessioni ottenute in Togo risalgono al 2001, «ben prima dell’ingresso del gruppo in Havas», e in Guinea nel 2011, «in seguito al cedimento del numero uno in lizza» (mentre il gruppo francese era arrivato in seconda posizione nella gara d’appalto), «cedimento osservato prima dell’elezione del presidente».

«Il legame che alcuni tentano di fare tra l’ottenimento delle concessioni (portuarie,ndr) e le operazioni di comunicazione (di Havas,ndr.) è privo di ogni fondamento e rivela una pesante ignoranza del settore industriale»: è quanto si legge in una nota diffusa dal gruppo Bolloré in seguito al fermo a Parigi di Vincent Bolloré. I dirigenti del colosso francese - si prosegue nella nota - «sono felici di cooperare pienamente con la giustizia per ripristinare la realtà dei fatti». Creato 195 anni fa, il gruppo Bolloré «fa parte dei primi 200 gruppi mondiali e occupa 80.000 persone», si conclude nella nota.

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