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Calcio, i colpi di testa sono più dannosi degli scontri

I ripetuti colpi di testa rendono i calciatori meno brillanti, perché determinano un calo temporaneo delle loro performance cognitive, più di quanto non facciano le testate accidentali a terra, contro pali o avversari. A indicarlo è lo studio pubblicato su Frontiers in Neurology dai ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York, che lanciano un appello a tutti i giocatori: "date meno colpi di testa".

Lo studio ha preso in esame 308 calciatori amatoriali, per lo più uomini tra i 18 e i 55 anni, a cui è stato chiesto di compilare un questionario per descrivere l'attività sportiva fatta nelle due settimane precedenti. Dalle risposte è emerso che ogni giocatore aveva dato in media 45 colpi di testa, mentre uno su tre aveva subito almeno un violento colpo alla testa.

Sottoposti ad una serie di test neuropsicologici, i calciatori che avevano dato più colpi di testa sono risultati essere quelli con le più scarse performance per quanto riguarda la velocità psicomotoria e l'attenzione. I ripetuti colpi di testa sembrano essere associati anche a una riduzione della memoria a breve termine.

"Temiamo che queste lievi riduzioni temporanee delle funzioni neuropsicologiche possano tradursi nel lungo termine in cambiamenti microstrutturali del cervello causando alterazioni funzionali persistenti", affermano i ricercatori.

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