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L'Isis minaccia attacchi: "Colpite gli Usa, nuova guerra contro Russia e Iran"

ROMA. In un nuovo discorso pubblicato online il portavoce ufficiale dell’Isis, Abul-Hasan Al-Muhajir, torna a chiedere di compiere attacchi negli Stati Uniti e nei Paesi della coalizione che combatte lo Stato islamico. Lo rende noto l’analista Rita Kat su Twitter, citando lo stesso Muhajir.

Abul-Hasan Al-Muhajir, parla di una «nuova fase» per la prossima guerra contro Russia e Iran: «Fate di questi paesi il teatro di tutte le vostre operazioni, così che i pagani e i russi assaggino un po' dell’inferno della loro tirannia», afferma Muhajir citato dall’analista Rita Katz su Twitter.

Ieri il sedicente Stato Islamico è tornato a colpire, macchiando di sangue il cammino verso le attese elezioni legislative del prossimo 20 ottobre in Afghanistan.
A distanza di poche ore seguaci dell'Isis hanno attaccato con modalità simili due centri elettorali - a Kabul e a Pul-e-Khumri City, capoluogo della provincia settentrionale di Baghlan - facendo letteralmente esplodere la gente in fila per iscriversi nei registri elettorali e ritirare la carta d’identità nazionale.

Altissimo il bilancio delle perdite: sono morte 57 persone e altre 119 sono rimaste ferite.  Centinaia di persone attendevano il loro turno davanti alla Asif Mael School di Kabul quando un kamikaze, dopo essere sfuggito ai controlli di sicurezza, si è avvicinato ad esse e ad attivato la potente carica esplosiva che portava indosso.

La deflagrazione, che ha causato gravi danni in un raggio di un chilometro e mezzo, ha provocato una strage di civili, in cui hanno perso la vita anche cinque bambini e 21 donne.

Subito dopo i due attacchi, attraverso la loro agenzia di stampa Amaq, i seguaci del 'Califfo' Abu Bakr al-Baghdadi hanno rivendicato l’operazione. Ignorando la chiara valenza elettorale del loro atto di terrorismo, hanno sostenuto solo di avere colpito «un gruppo di «sciiti apostati». In effetti il quartiere di Dasht-e-Barchi, dove è avvenuto l'attentato, è abitato da popolazione prevalentemente musulmana sciita, obiettivo privilegiato dell’Isis fondamentalista sunnita.

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