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Di Maio: "Salvini affidabile, possiamo fare grandi cose". Ma per Berlusconi "centrodestra unito"

ROMA. Con alle spalle una giornata ad alta tensione nel centrodestra e in attesa del responso delle urne in Molise nonché della nuova mossa del presidente della Repubblica che lunedì potrebbe affidare un mandato esplorativo bis a Roberto Fico, il capo politico del M5S Luigi Di Maio decide di corteggiare apertamente la Lega lodando Matteo Salvini come «affidabile» e assicurando che un governo giallo-verde sarebbe capace di «fare grandi cose».

Nelle stesse ore, Silvio Berlusconi proprio da Campobasso, abbassa i toni temendo lo strappo con l’alleato e cerca di rassicurare su leadership e strategia: il centrodestra è «unito» e «Salvini è la persona che deve esprimere il leader», dice ritrattando di aver mai detto di volere un governo con il Pd.

Il Partito democratico, da parte sua, mostra di voler, almeno per il momento, restare spettatore della partita che si gioca fra i due vincitori delle elezioni pur criticando lo stallo «inaccettabile» che si registra da due mesi ormai; per il segretario reggente dei Dem Maurizio Martina parlare di un dialogo con i pentastellati è prematuro: occorre «aspettare - dice - le indicazioni di Mattarella per capire quale sarà lo scenario» dalla prossima settimana. Esclusa anche la convocazione, così come richiesto invece dalla minoranza del partito, di una direzione prima dell’ulteriore giro di consultazioni. La scelta di rinviare è «sbagliata», ribatte però Orlando convinto che sia necessario «riprendere un dibattito».

Al netto di colpi di scena, sono in molti a scommettere che sia necessario attendere l’appuntamento delle elezioni in Friuli per poter arrivare ad una definizione del quadro politico: solo allora, infatti, il leader del Carroccio potrebbe permettersi uno strappo con il Cavaliere. E in quest’ottica un nuovo mandato esplorativo, che questa volta sarebbe ampio e non circoscritto come quello precedente affidato alla presidente del Senato Casellati, al presidente della Camera ed esponente 5S Roberto Fico potrebbe essere utile a guadagnare ancora un po' di tempo e arrivare a scavallare la fatidica data del 29 aprile quando la Lega spera di incassare la presidenza del Friuli Venezia Giulia con Massimiliano Fedriga. Che oggi è uno dei pochi big del Carroccio a parlare (mentre Salvini twitta di altro ma non di politica) ribadendo la necessità di chiudere la stagione dei «veti e dei controveti». Esito difficile da immaginare: il Cav, pur cercando di ricucire a parole con l’alleato, non ammorbidisce i giudizi sui 5S. E d’altra parte la sentenza del tribunale di Palermo sulla trattativa Stato-mafia e le parole del pm Nino Di Matteo, sul quale oggi l’azzurra Micaela Biancofiore punta l’indice ricordando «l'ovazione ricevuta al meeting M5S a Ivrea», è per M5S la pietra tombale di un confronto con il leader azzurro.

Che il Carroccio viva un passaggio delicato è quanto è pronto a riconoscere comunque lo stesso Di Maio: «So bene il momento politico che sta vivendo la Lega» ma la sua «affidabilità», è stata «testata» durante l’elezione dei vertici del Parlamento; ragion per cui, assicura il leader 5S, «sono sicuro che se la Lega firma un contratto di governo tiene fede ai patti». Così come sicuro si dice anche del suo collega di partito: «Se mi chiedete di Fico - afferma - ho solo cose buone da dire».

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