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Salvini: "No a un governo tecnico, pronto a tutto". Berlusconi: "M5s un pericolo per l'Italia"

MILANO.  Lo strappo tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sembra essere ad un passo. L’annunciata fumata nera del mandato esplorativo di Elisabetta Alberti Casellati, fa deflagrare lo scontro tra i leader di Lega e Forza Italia. Salvini continua a dialogare per il governo con Luigi Di Maio. Ma il Cavaliere chiude la porta ai Cinque stelle, assicura che "per nessun motivo al mondo» ci ripenserà, e propone di cercare in Parlamento i voti per un esecutivo di centrodestra nel gruppo Misto e nel Pd. «Sogna», replicano i Dem. Mentre i pentastellati fanno sapere a Salvini che è a un bivio: o molla Fi o un governo M5s-Lega non si fa. Anche perché la sentenza sulla trattativa Stato-mafia è una «pietra tombale» su ogni rapporto con gli azzuri.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accoglie alle 12 Casellati, che gli comunica quanto emerso dai due giorni di consultazioni a Palazzo Giustiniani: un’intesa di governo tra M5s e centrodestra non c'è. Sono emersi però, dichiara il presidente del Senato, «spunti di riflessione politica». E il capo dello Stato si prende due giorni di riflessione. Di due giorni è anche l’ultimatum di Di Maio a Salvini per decidere da che parte stare. Se per lunedì non emergeranno fatti nuovi che aprano a uno scenario di governo M5s-Lega, Mattarella potrebbe decidere di affidare un secondo mandato esplorativo, questa volta al presidente della Camera Roberto Fico.

Difficile invece che a ricevere l’incarico sia Salvini, come da lui chiesto.  Il leader della Lega in mattinata, tra gli stand del Salone del Mobile, dà segno di credere ancora nell’intesa tra la sua coalizione e i grillini: al telefono con Casellati, udito dai cronisti, dice di aver sentito Di Maio e le chiede di «fargli sapere» la linea di FI. Ma poco dopo, dal Molise dove trascorre una battagliera giornata di campagna elettorale, Berlusconi pronuncia parole di fuoco: «M5s vuole i nostri voti ma non noi. Nessun accordo è possibile: sono un pericolo per l’Italia e sono solo disoccupati: nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi. Gli italiani - dichiara - hanno votato molto male. Sono disgustato». Dal Movimento la risposta è feroce: «Meglio vivere onestamente, magari grazie al pulire i cessi, piuttosto che accordarsi con la Mafia. Capito, Silvio?», afferma Nicola Morra.

Qualche ora più tardi, quando arriva nel processo Stato-mafia la condanna per l’ex senatore di Fi Marcello Dell’Utri, fonti pentastellate sono lapidarie: è la «pietra tombale» anche su un eventuale accordo esterno degli azzurri a un governo M5s-Lega, che Di Maio non aveva escluso. Il leader M5s, che tiene aperto un canale di dialogo via sms con Salvini, non lo dice in chiaro, ma twitta: «Oggi muore definitivamente la Seconda Repubblica».

Nel fine settimana i partiti peseranno i rapporti di forza nelle elezioni regionali in Molise. Ma la via di un governo tra M5s e Lega può passare ormai solo da uno strappo tra Salvini e Berlusconi. Ad ora, nessuno dei due rompe. Il leader di Fi dice di volere un esecutivo di centrodestra guidato da Salvini che cerchi in Parlamento, anche tra «alcuni esponenti Pd», i voti per una maggioranza. A mostrare la volontà di tenere unita la coalizione, dice anche no a un governo «di responsabilità": centrodestra al governo o voto anticipato. Ma sarebbe del Cavaliere, secondo i leghisti, la colpa di una rottura: «Sbaglia - si irrita Salvini - quando dice che gli italiani votano male e ri-sbaglia quando dice che si deve riportare al governo il Pd».
Quanto ai Dem, per ora attendono.

«M5s e centrodestra sono irresponsabili. Nessuno ci dividerà mai», dice Maurizio Martina a stoppare veleni e sospetti interni. Ettore Rosato e Andrea Marcucci escludono ogni appoggio, anche esterno, del Pd al centrodestra. I «dialoganti» Dem, nonostante il «tocca a loro" ripetuto come un mantra dai renziani, guardano però già a M5s: un mandato a Fico aprirebbe una nuova partita e il dialogo tra Zingaretti e Lombardi nel Lazio sembra indicare un modello.

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