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Di Maio: "Sì ad appoggio esterno Fi-Fdi
ma il governo deve essere M5S e Lega"
Salvini: "Solo con tutto il centrodestra"

ROMA. L'ottimismo sul governo al secondo giorno di mandato della Casellati sembra non essere durato molto.  Finisce con un nuovo punto interrogativo il nuovo round di consultazioni con il centrodestra e i 5 Stelle, in una giornata sull'ottovolante tra spiragli di accordo e docce fredde.

Il M5s si presenta a palazzo Giustiniani portando al tavolo della trattativa una proposta in grado di far procedere le trattative: la disponibilità ad avviare un governo che abbia un appoggio esterno di Forza Italia e Fratelli d’Italia su un programma concordato tra Lega e 5 Stelle.

Ma per il resto Luigi Di Maio alza le mani: «Se poi mi si chiede di sedermi a un tavolo con tre forze politiche per concordare un programma di governo e personalità che vengono dalle singole forze politiche voi capirete che è molto complicato per noi digerire questo scenario». Tantomeno se questo scenario dovesse prevedere un suo passo indietro, la condizione posta dagli azzurri per sostenere questa nuova ipotesi di accordo. «E' evidente che un governo a guida M5S non credo che potrebbe avere l’appoggio né esterno, né interno, di Forza Italia o di Fratelli d’Italia» lo gela infatti il braccio destro del Cav, Giovanni Toti che apre invece ad «un governo a guida di un nostro alleato come la Lega».

Non bastasse, la replica ufficiale degli azzurri è ancora più gelida: «il supplemento di veto pronunciato dal Movimento 5 Stelle dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, il rifiuto di formare un governo. Si tratta dell’ennesima prova di immaturità consumata a danno degli italiani».

Una doccia fredda che arriva sul capo dello stesso Matteo Salvini che oggi sperava in un passo avanti del Movimento. «Ci sono dei segnali di novità dal M5S, confidiamo oggi in quel che dirà Di Maio» aveva annunciato lasciando palazzo Giustiniani il capo dei lumbard dove era andato prima della delegazione M5s per il nuovo round di consultazioni con tutti i leader del centrodestra uniti. Un segnale di vicinanza al Cavaliere, ricambiato da un atteggiamento composto del leader azzurro che questa volta ha stretto i denti e si è imposto di non fare alcun commento.

Ma l’ottimismo di Salvini ha dovuto fare i conti con il rinnovarsi di veti incrociati. «Noi faremo di tutto per avere un governo ma gli italiani hanno scelto di premiare l’interno centrodestra, non solo la Lega. Non è che il governo lo fai solo con la Lega» avverte Salvini dopo aver ascoltato le parole di Di Maio. Ma soprattutto lancia il suo altolà: «non vorrei che qualcuno non avesse la stessa voglia di far partire un governo subito, da tutte le parti. Secondo me c'è qualcuno che tifa a far saltare un accordo politico per inventarsi l’ennesimo governo tecnico che poi spenna gli italiani, a questo la Lega non sarà mai disponibile».

Sembra una indiretta "tirata di orecchie" agli azzurri, condita da un altro avvertimento: «pur di non perdere altro tempo mi metto in campo direttamente io. Non mi interessano giochini o logiche politiche. E poi o la va o la spacca». Lui, assicura, sta cercando di «mettere d’accordo tutti, ma se non si muove nulla il governo lo metto in piedi io. E se non ce la facciamo - mette in chiaro - si va alle urne».

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