Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Debutta a Roma soprano Sabine Devieilhe

ROMA - "Penso che la mia voce debba essere intesa come una casa, deve avere buone fondamenta e basi solide.
    Senza esagerare per non mettere in pericolo l' edificio". Sabine Devieilhe, giovane soprano francese già definita come la nuova stella della lirica internazionale, parla di sé alla vigilia del suo debutto a Roma, giovedì 19 aprile, con l' orchestra dell' Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Devieilhe arriva all' Auditorium Parco della Musica dopo il doppio trionfo nel suo paese come Artista dell' Anno e per l' album "Mirages", del 2017. La cantante ha debuttato in Italia la scorsa stagione alla Scala di Milano con un'esibizione accolta con grande entusiasmo. "Mi piace tantissimo - spiega - confrontarmi con i pubblico italiano, è davvero speciale. Molte persone sono appassionate, conoscono l'opera e i personaggi. Arrivo a Roma con una grandissima orchestra, dal suono bellissimo e pieno di colori. Non vedo l'ora di cantare Mozart con loro".
    Sguardo vispo e modi semplici, Sabine Devieilhe dice di essere onorata di essere paragonata a Natalie Dessay, grande star della lirica d'oltralpe. "E' un esempio per me - dice - per come tratta la sua voce. Ha un senso drammatico enorme. E' un soprano carismatico". L'artista Sabine, padrona di un vasto repertorio che va dal barocco alla musica contemporanea, ha scelto per la sua prima volta romana brani mozartiani di grande di grande virtuosismo come l'Aria Popoli di Tessaglia che presenta nella sua tessitura le note più acute che si possano trovare nel repertorio per soprano, e che ha incluso tre anni fa nel cd "The Weber sisters". A dirigerla sarà Nicola Luisotti, tra i più apprezzati direttori italiani a livello internazionale, che guiderà l'Orchestra dell'Accademia Nazionale anche nella Ottava Sinfonia di Beethoven e nella Settima di Prokofiev. Il concerto si replica venerdì 20 aprile alle 20.30 e sabato 21 alle 18.
    Sabine Devieilhe, oltre a Mozart con cui ha esordito in "La regina della notte", si è messa in luce anche con la Sonnambula di Vincenzo Bellini ma non prevede di estendere la sua esperienza nel repertorio belcantista. "Il Belcanto mi fa un po' paura - dice scandendo queste sue uniche parole in italiano -.
    Siamo in un periodo molto romantico, le dimensioni delle orchestre crescono e la voce deve suonare, quindi, molto di più.
    I compositori cercano di mettere molta drammaticità e la fine di ogni atto è molto appassionata. Io, ora, devo avere cura della mia voce e stare attenta a non esagerare. Il ruolo in Sonnambula è stato il primo e l' unico che mi sono concessa. Questa parte mi piace ma ora non posso andare oltre. Voglio restare nella mia comfort zone". "Ho iniziato molto presto a cantare a casa - racconta -. Era una gioia, era parte della mia vita. Ma sono arrivata a studiare canto molto più avanti. Ho cominciato come violoncellista e musicologa. Poi ho scoperto il repertorio dell' opera e mi sono innamorata del canto. Non avevo progetti, sono andata avanti tranquilla e ora sono qui". Della sua strabiliante estensione vocale parla come un fatto normale: "Fin da ragazza le note alte non sono mai state un problema per me ma il fulcro dei miei studi punta ad ampliare le note centrali". Non l' hanno influenzata i genitori che non sono musicisti e oggi cantano in un coro solo perchè è stata lei a invogliarli.
    I suoi gusti musicali? Tanta musica per violoncello, Haydn, Schubert Schumann, e musica antica francese, primo tra tutti Jean-Philippe Rameau, al quale ha dedicato nel 2013 il suo primo cd da solista. Nei suoi trascorsi giovanili c'è stata anche una parentesi jazz della quale ha fatto tesoro trasferendo nella lirica quanto ha imparato con l'improvvisazione. "Ero una jazz singer nei club - dice sorridendo - per fare un po' di soldi e pagare la casa e gli studi. D' estate in Normandia, facevo la baby sitter, poi di sera mi cambiavo, mettevo un bel vestito e mi esibivo nei locali".
   

Caricamento commenti

Commenta la notizia