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Porti: Ue, in contatto con Italia e altri, tassazione sia equa

BRUXELLES - Ci sono contatti in corso tra Bruxelles e l'Italia sulla questione dei porti, così come con altri Paesi Ue, per arrivare ad assicurare un trattamento fiscale uguale per tutti. E' la posizione espressa all'ANSA da un portavoce della Commissione Ue sul rischio di procedura d'infrazione che si profila sui canoni concessori per le autorità portuarie italiane che potrebbero essere interpretati come aiuti di stato illegali. "La Commissione Ue ha richiesto informazioni e continua a valutare il funzionamento e la tassazione dei porti negli stati membri per garantire una concorrenza equa nel settore dei porti Ue", ha spiegato il portavoce, sottolineando che "in questo contesto siamo in contatto con le autorità nazionali rilevanti, inclusa l'Italia".

 

A luglio dell'anno scorso la Commissione aveva già chiesto a Francia e Belgio di mettere fine alle esenzioni fiscali per i loro porti, e lo stesso era avvenuto a gennaio 2016 per l'Olanda, a cui era stato chiesto di abolire le esenzioni dall'imposta sulle società per i suoi sei porti, non solo per le imprese private ma anche per quelle pubbliche. Secondo Bruxelles, infatti, le operazioni commerciali delle infrastrutture portuali costituiscono un'attività commerciale a tutti gli effetti e quindi le società pubbliche che svolgono questo tipo di attività devono essere sottoposte all'imposta societaria così come i privati. Queste attività, nel ragionamento della Commissione, possono essere distinte da quelle legate all'esercizio della gestione delle infrastrutture per quanto riguarda le responsabilità essenziali come sicurezza, sorveglianza o controllo del traffico, che del resto non rientrano nelle norme Ue sugli aiuti di stato.

 

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