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Per vino italiano è American dream, cresce negli Usa

VERONA - La rotta per le Americhe, aperta da Cristoforo Colombo, è oggi sempre più battuta dai produttori di vino italiano. Bottiglie che prendono anche la strada dell'Oriente segnando una crescita a due cifre in Russia, Giappone e Cina. Ha aperto con prospettive di ulteriore espansione per il Made in Italy la 52/a edizione del Salone internazionale del vino, con 4.380 espositori (130 in più rispetto al 2017) alla Fiera di Verona, e una nutrita e bipartisan presenza politica e istituzionale.

''Vinitaly è un'eccellenza assoluta e un vero fiore all'occhiello per Verona, il Veneto e per l'intero Paese. Qui c'è l'Italia migliore'' ha detto Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, che ha inaugurato la rassegna.

Nelle metropoli Usa e nei giovani americani under 35 ci sono consumatori via via più sensibili al mondo di Bacco. A New York i wine-addicted sono il 71% mentre il 28% dei consumatori americani hanno consumato vino italiano negli ultimi 12 mesi, ma in questo storico mercato per l'export vitivinicolo nazionale 4 su 10 non hanno mai bevuto vino made in Italy perché non lo conoscono. Gli States sono dunque un mercato maturo ma con ampie potenzialità di crescita, secondo l'indagine Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sulle modalità di consumo di 3mila consumatori in cinque Stati Usa (New York, California, Illinois, Minnesota, Winsconsin).

Lo studio sprona un settore che, a Vinitaly, si presenta in buona salute. Il fatturato del vino e degli spumanti in Italia, rileva Coldiretti, cresce del 5% e raggiunge nel 2017 il valore record di oltre 10,6 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il massimo di sempre a 6 miliardi (+6%), mentre sono risultate in leggera crescita anche le vendite sul mercato nazionale pari a circa a 4,6 miliardi, per effetto anche dell'aumento dei consumi familiari (+2%).

''Cinque anni fa - ha sottolineato l'ex ministro Maurizio Martina - il settore del vino era importante ma non così centrale. Sono orgoglioso di questo perché nel record dell'export vinicolo italiano, 6 miliardi nel 2017, c'è un pezzo del nostro lavoro''.

Presenti all'appuntamento più importante del settore in un delicato momento della politica Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader della Lega ha spiegato di essere in fiera per ''onorare una imprenditoria che resiste, da' lavoro e che fa grande il made in Italy nonostante i lacci imposti dall'Europa''; mentre per il leader del M5s Luigi Di Maio ''è importante sostenere, anche a Bruxelles, questo comparto che ha investito in tradizione ma anche in innovazione''.

Uno sprone arriva dal re del tortellino, Giovanni Rana: 'Il vino è una perla del made in Italy che traina tutto, ma per gli imprenditori è indispensabile guardare oltre l'Italietta''.

Il Pinot grigio italiano guardando oltre Atlantico si mette persino l'abito della festa: il vino made in Italy più esportato negli Usa, un colosso che sfiora i 100 milioni di bottiglie, ha annunciato di presentarsi con la nuova Doc Venezie,''una nuova identità - come sottolineato dal presidente della Doc Albino Armani - per cavalcare con le carte in regola il sogno americano''.
   

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