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I primi raccolti di cereali nello spazio

Non solo insalata: sulla Stazione Spaziale arrivano i primi mini-raccolti di cereali grazie a una speciale serra, mentre sulla Terra ci si allena a coltivare i pomodori come si fara' su Marte. Due progetti, uno della Nasa, l'altro dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), puntano a sviluppare sistemi di coltivazione in vista delle future missioni verso la Luna e Marte, quando gli astronauti non potranno ricevere rifornimenti dalla Terra.

Le piante sono una componente importante per la vita nello spazio: possono essere utilizzate come fonte di cibo per gli astronauti, per produrre ossigeno, purificare l'aria e l'acqua. La presenza delle piante in un ambiente chiuso aiuta a ricreare un sistema biorigenerativo, dove tutto si ricicla e si rigenera, un sistema che puo' fare in piccolo quello che il pianeta Terra fa in grande.

Nel frattempo si lavora anche a Terra per cercare di riprodurre le condizioni presenti nel suolo marziano, come ha fatto l'esperimento condotto nell'università olandese di Wageningen, dove sono satti raccolti i primi pomodori 'marziani', coltivati cioè in condizioni molto simili a quelle che i futuri coloni potrebbero in futuro incontrare sul pianeta rosso.

Un pomodoro coltivato sulla Terra, nell'università olandese di Wageningen, in un suolo simile a quello marziano (fonte: Wageningen University and Research Centre)

Di conseguenza, e' cresciuto molto negli ultimi anni l'interesse per sviluppare sistemi volti a coltivare piante nello spazio e alcuni di essi vedono l'Italia in prima fila. Un esempio è la serra marziana realizzata dall'Enea con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l'Universita' Statale di Milano nella missione Amadee-18 nel deserto dell'Oman. C'è anche la serra costruita tra i ghiacci dell'Antartide, nella base di ricerca tedesca Neumayer Station III, finanziata dall'Unione Europea e gestita dall'Agenzia spaziale tedesca (Dlr). L'Italia vi partecipa con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e le aziende Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) e Telespazio (Leonardo-Thales).

Ora arrivano i risultati dei progetti della Nasa e dell'Esa. Advanced Plant Habitat (APH), della Nasa, sviluppa coltivazioni in assenza di gravita', in un modulo recentemente inserito sulla Stazione orbitante;

Piante di frumento nano all'interno del modulo Aph della Nasa (fonte: NASA)

 

quello dell'Esa, invece, permette la produzione di ortaggi in assenza di gravita'. E' sviluppato dall'azienda olandese Groen Agro Control, nell'ambito del progetto europeo Melissa (Micro-Ecological Life Support System Alternative) che ha come scopo la produzione di acqua, cibo e ossigeno per le future missioni umane su Luna e Marte.

Rappresentazione grafica del ciclo ecologico esistente sulla Terra e che il progetto Melissa dell'Esa tende e riprodurre in vista delle missioni su Luna e Marte (fonte: ESA)

Entrambi i progetti, secondo Alberto Battistelli, dell'Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale (Ibaf) del Cnr hanno dato ottimi risultati. "I ricercatori della Nasa - osserva - sono riusciti a raggiungere livelli di controllo dei fattori ambientali di crescita delle piante mai raggiunti prima sulla Iss. Questo apre la strada a ulteriori esperimenti. Con questo strumento siamo in grado di riprodurre semi nello spazio per generazioni".

Nell'esperimento dell'Esa, invece, le coltivazioni avvengono in presenza di gravita', come in una serra su Marte o sulla Luna. Qui piante di pomodoro e pepe vengono fertilizzate con dosi di 16 minerali diversi. "In questo caso - osserva Battistelli - l'obiettivo e' di massimizzare la crescita e la resa delle piante attraverso un uso molto attento dei fertilizzanti. Si cerca di creare anche qui un sistema biorigenerativo, dove tutto si ricicla e rigenera".

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