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Alleanza Cooperative, negli Usa avanti spediti

VERONA - Nessun segnale di pericolo imminente per le esportazioni di vino italiano negli Stati Uniti. È quanto emerge da una indagine realizzata in occasione di Vinitaly dall'Alleanza cooperative Agroalimentari tra le proprie associate, che detengono la leadership nelle esportazioni di vino negli Usa: più della metà dei volumi di vino esportati è commercializzato infatti dalle cantine cooperative.

''Riteniamo al momento alquanto remota l'ipotesi che le nuove politiche protezionistiche sbandierate dagli Stati Uniti vadano a colpire proprio i vini italiani ed europei" afferma Ruenza Santandrea, Coordinatrice Vino Alleanza Cooperative Agroalimentari.

"Gli americani - ricorda - non hanno una produzione interna che garantisca loro autosussistenza, sono grandi importatori di vini italiani con una spiccata preferenza per le etichette di alta gamma. È alquanto difficile immaginare che d'un tratto smettano di aver bisogno di importare". Tuttavia, qualche criticità dall'indagine interna è emersa, legata in primo luogo al tasso di cambio sfavorevole, che sta generando qualche perdita anche se lieve di fatturato. Sul mercato americano poi pesano in qualche modo le conseguenze del problema, registratosi due anni fa, nell'assegnazione dei fondi europei dell'Ocm Vino per la promozione nei paesi terzi. Il blocco dei finanziamenti dei progetti presentati dalle aziende italiane, che in buona parte erano destinati proprio ad attività di promozione dirette al paese americano, ha creato una situazione in cui le vendite dei vini italiani sono state assai penalizzate, a tutto vantaggio della Francia.

Gli Usa si confermano il primo mercato di sbocco in valore per l'Italia: le esportazioni di vino italiano hanno registrato nel 2017, secondo le ultime rilevazioni Ismea, un incremento in valore del 4,2% rispetto al 2016, raggiungendo quota 1,4 miliardi di euro.

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