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Scoperto uno 'zoo' di futuri pianeti

Scoperto un vero e proprio 'zoo' di 'fabbriche di pianeti', cioè dischi di polveri e gas intorno a giovani stelle. Le immagini che li immortalano sono strepitose e mostrano la differenza fra queste strutture. Alcuni dischi ospitano anelli di polveri luminose, altri di polveri più scure, ma tutti rivelano indizi utili a capire come potrebbe essere stato il Sistema Solare oltre 4 miliardi di anni fa. La scoperta, pubblicata in due ricerche sulla rivista Astronomy & Astrophysics, parla anche italiano, con il gruppo dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), coordinato da Elena Sissa.

In tutto sono stati individuati 9 dischi intorno ad altrettante stelle, che hanno circa 10 milioni di anni e si trovano a distanze comprese fra 230 e 550 anni luce dalla Terra. Cruciali sono state le immagini catturate dallo strumento Sphere, installato sul Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo Meridionale in Cile, che hanno permesso di identificare le strutture e vedere che sono molto diverse tra loro.

Scoperte 9 'fabbriche' di pianeti distanti 230 anni luce (fonte: ESO/H. Avenhaus et al./E. Sissa et al./DARTT-S and SHINE collaborations)

"I dischi sono tutti differenti, in particolare nelle dimensioni" ha rilevato Henning Avenhaus, dell'Istituto tedesco Max Planck per l'astronomia e del Politecnico di Zurigo, che ha coordinato una delle ricerche. Alcuni dischi hanno il raggio pari a 80 volte la distanza fra il Sole e la Terra, altri pari a 700 volte. Inoltre, alcuni ospitano solo polveri e gas, in altri le polveri si sono già aggregate per formare i mattoni dei pianeti, come il disco individuato dal gruppo italiano attorno alla stella GSC 07396-00759, che è singolarissima.

La stella, infatti, è legata, tramite la forza di gravità, a una coppia di stelle a sua volta circondata da un altro disco che era già noto. La struttura attorno alla coppia "è ricca di gas ed è in una fase evolutiva precedente a quella del disco di GSC 7396-0759, sebbene i due sistemi siano nati assieme" ha detto Sissa. Questo trio appare quindi come un laboratorio naturale per lo studio dell'evoluzione di queste strutture "che ci aspettiamo possa essere diversa per le stelle singole e per quelle binarie".

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