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Cinquestelle e Lega divisi su Berlusconi
Stallo dopo le nuove consultazioni

ROMA. Non c'è spiraglio. Anche il secondo giro di consultazioni non sembra avere luce in fondo al tunnel. Situazione sempre più ingarbugliata e Sergio Mattarella traccia un primo bilancio a caldo di questi nuovi confronti.  "Il tempo si sta esaurendo", le impressioni non sono rassicuranti.

Il dialogo tra M5s e Lega si blocca si blocca su Silvio Berlusconi e l'impasse viene registrato con preoccupazione dal presidente della Repubblica che ora dovrà trovare il modo di smuovere le acque alzando la voce. Magari attraverso lo strumento del pre-incarico.

Due sono le ipotesi anche oggi in campo: incarico esplorativo al presidente del Senato Casellati o incarico più politico a un esponente del centrodestra. Data la dichiarata indisponibilità di Matteo Salvini ad accettare un incarico senza un accordo in tasca sale il nome del fedelissimo Giancarlo Giorgetti. Ciò comunque non avverrà prima di martedì prossimo.

Il presidente infatti domani avrà il secondo giorno di consultazioni. Poi si prenderà qualche giorno di riflessione.
Lunedì sarà a Forlì per un impegno da tempo programmato e così si arriva almeno a martedì.

Al Quirinale è stata una giornata surreale dominata dallo show di Silvio Berlusconi che ha preso la parola nonostante fosse stata concordata una dichiarazione "a tre" studiata con attenzione per dare prova di unità. Ma il Cavaliere con un colpo di teatro ha dribblato Matteo Salvini e Giorgia Meloni e si è avventato sui microfoni per attaccare duramente i Cinque stelle e Luigi Di Maio, pur non citandolo. Una mossa a doppio taglio che ha provocato l'immediata reazione di Di Maio (una "battutaccia che non aiuta") e della Lega che si è platealmente dissociata dalle parole di Berlusconi. La tensione era tale che nessuno dei contendenti ha accettato di rispondere alle domande dei giornalisti per non sbagliare neanche una virgola.

In questo quadro difficilissimo l'unica strada aperta rimane comunque quella costruita da Lega e M5s e il presidente sembra intenzionato a percorrerla. Ma le difficoltà iniziano a farsi sentire. Il tempo passa e il presidente si è mostrato molto deciso nel chiedere a tutti chiarezza e garanzie sulla politica estera. O meglio, sulle direttive fondamentali della politica estera italiana: atlantismo e rispetto dei Trattati internazionali. La crisi siriana rischia di deflagrare e non ci possono essere ambiguità in cantiere.

Missione perfettamente riuscita visto che tutti i leader si sono presentati davanti alle telecamere garantendo linee equilibrate e moderate, certamente lontane da alcuni toni sentiti in campagna elettorale. Il centrodestra ha addirittura rispolverato il cavallo di battaglia del Governo Berlusconi: l'accordo di Pratica di Mare che nel 2002 permise di raggiungere un accordo tra la Russia e la Nato. Un accordo, secondo il centrodestra, da ripetere per far fare la pace a Trump e Putin.

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