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Telefonata tra Salvini e Di Maio, torna l'intesa M5S-Lega prima delle consultazioni

ROMA.  Un nuovo accordo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sulla presidenza della Commissione speciale della Camera assegnata ad un uomo del Carroccio sembra riportare la direttrice di un possibile accordo di governo sull'asse Lega-M5s. I due leader si sono sentiti al telefono e poi hanno diramato una nota congiunta in cui annunciano l’accordo stretto con «spirito di collaborazione» per rendere «operativo il Parlamento al più presto».

L’intesa, a 24 ore dal secondo giro di consultazioni al Quirinale, riporta il focus su una possibile alleanza M5s-Lega su cui grava però sempre la figura ingombrante di Silvio Berlusconi, alleato del Carroccio, ma la cui presenza in un esecutivo di centrodestra con il Movimento resta indigeribile per i 5 Stelle. Sul Cavaliere piovono infatti prima gli attacchi del 5 Stelle Alessandro Di Battista che parla di lui come il «male assoluto» e poi il più pacato appello del capo politico del Movimento che gli rinnova la richiesta di farsi da parte far partire «un governo delle nuove generazioni, un governo del cambiamento».

Eppure anche dentro la coalizione di centrodestra qualcosa si muove: domani Salvini, Berlusconi e Meloni saliranno insieme al Colle ma prima si incontreranno per un vertice. Ma gli umori che filtrano parlano di un lento ma progressivo sganciamento di Salvini dal Cavaliere sorretto da una quasi certa vittoria del Carroccio alle prossime regionali. E’ uno scenario in divenire che lascia spazi per un possibile allentamento della morsa di Forza Italia sulla Lega per rendere possibile la nascita di un governo con il Movimento. «Chi vota in Molise come in Friuli, sappia che votando Lega può darci una mano ad accelerare la nascita del governo. Se la Lega e il centrodestra vinceranno queste due elezioni vedete che il governo arriva in fretta, qualcuno abbassa la cresta e noi finalmente cominciamo a lavorare» è il messaggio che lancia Salvini e che pare diretto sia a Di Maio che a Berlusconi. Con Di Maio, per altro, il segretario del Carroccio è molto esplicito: «Di Maio scenda dal piedistallo, non può dire 'io, iò, io ho vinto, io faccio il premier. Noi diciamo noi e voi, con umiltà e buon senso».

Matteo Salvini è convinto di riuscire a convincere il leader di Forza Italia a tenere un atteggiamento responsabile per consentire la nascita di un governo. «Oggi ho chiamato Di Maio per accelerare i tempi per l’operatività di Camera e Senato. Domani come centrodestra unito andremo al Colle dal presidente Mattarella». Lo sostiene, per giocarsi la sua partita, anche Luigi Di Maio: «Io comprendo che la Lega sia all’interno di una coalizione ma possiamo dirci che questa coalizione è nata solo per il Rosatellum. E’ una Lega molto diversa», prova a tentarlo.
Anche il leader del Movimento prende tempo: continua a rivendicare la sua premiership ma capisce che il suo possibile alleato ha bisogno di tempo. Per questo riferisce che al Quirinale annuncerà la costituzione di un comitato scientifico che studi le possibili convergenze di programma con Lega ma anche con il Pd su cui tuttavia fa piovere una doccia gelata: "le risposte che attendevo non sono quelle giuste». Quanto ai dem, nonostante il fronte del dialogo con il M5s cresca, le prospettive per un’apertura non sono mature.
A Mattarella Di Maio dirà che «ci sono dei passi in avanti». Di fatto sia da Lega sia dal M5s arriverà, in forme e modi diversi, una sostanziale richiesta di avere ancora tempo. Ma non è detto che Mattarella acconsenta a lasciar finire nel nulla anche questa seconda consultazione: ascolterà i suoi interlocutori e deciderà come procedere. Le strade, fatta eccezione per un ritorno al voto, sono tutte aperte, anche quella di un incarico esplorativo ad una personalità terza.

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