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Musei, a Roma le anime del Purgatorio

ROMA - Se oggi persino l'idea di Inferno traballa, il Purgatorio da tempo non ha vita facile. Inteso non come luogo ma come condizione metafisica per l' espiazione dei peccati è ormai finito nel dimenticatoio. Quasi nessuno, anche dagli altari, ne parla più. Eppure, a Roma un avamposto di resistenza c'è. Chiamarlo "Piccolo museo delle anime del Purgatorio" può suonare eccessivo. Più semplicemente è una teca sulla parete di una sagrestia con le pagine di vecchi libri di preghiere o parti di indumenti su cui spiccano i segni a fuoco di mani o tracce attribuite ad anime che chiedono preghiere.
    Questa raccolta stringata di reperti, una ventina in tutto, richiama italiani e stranieri anche di paesi lontani e di altre confessioni religiose nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, a pochi passi dal maestoso edificio della Cassazione, sul lungotevere che guarda Castel S. Angelo e poco più in là il Vaticano. A volerne la costruzione in stile gotico, sul finire del 1800, fu padre Victor Jouet, un missionario francese del Sacro Cuore venuto a Roma che comprò il terreno e gettò le basi del luogo sacro. In via dei Cosmati, poco distante, si riuniva la confraternita delle Anime del Purgatorio, che trovò poi nella chiesa il posto in cui pregare davanti al quadro della Madonna del Rosario, con le anime in attesa di purificazione. "Nel 1897, durante una celebrazione - racconta il vice parroco padre Andrea Ruiu, 42 anni - dai ceri si sviluppò un incendio e su un muro restò l' immagine di un volto sofferente che venne letto come una richiesta di preghiera da parte di un' anima purgante. Padre Jouet cominciò così a raccogliere in tutta Europa prove e testimonianze di anime che si manifestavano ai vivi per ottenere preghiere o la celebrazione di messe per purificarsi".
    Il numero dei cimeli si è via via ridotto a quelli davvero considerati autentici in base alle dichiarazioni dei testimoni e alla valutazione del vescovo. Ecco l' impronta di un mano lasciata nel 1789 a Waudeck (Belgio) da una donna morta 27 anni prima sulla manica della camicia del figlio. Dello stesso tipo l' impronta di fuoco della mano di una suora nel 1894 sul cuscino di una consorella alla quale apparve la notte successiva alla sua morte dicendole che si trovava in purgatorio. Una mano e una croce di colore nero ricordano i segni lasciati nel 1731 dall' abate Panzini su una tavoletta di legno, su un foglio e sulla manica di una tonaca della badessa di Todi per implorare preghiere e, una volta accontentato, per ringraziare. O ancora, la fotocopia di una banconota da dieci lire. L' originale è conservato nel monastero di San Leonardo a Montefalco, in Umbria. Nel 1918 la superiora sentì suonare il campanello e una voce dirle "lascio questa elemosina". Il fatto si ripeté per 28 volte. Un anno dopo la voce, prima mesta e poi sollevata, le disse di essere un sacerdote morto da più di 40 anni finito in Purgatorio per aver dilapidato beni ecclesiastici.
    "Il purgatorio è un dogma di fede - ricorda Padre Andrea, diventato missionario a 32 anni dopo aver lavorato come autista -. Molte delle persone che vengono qui hanno sognato un defunto dopo aver pregato. Un anno fa una donna ha riferito che una persona cara le raccomandò in sogno di non dimenticare l' appuntamento delle 20:30, l' ora in cui i fedeli si riunivano qui per pregare". C' è anche chi va in cerca di misteri e di esoterismo. "Oggi la gente non dà più attenzione a questi segni - dice il viceparroco - non prega più. Il problema è il ritorno forte del paganesimo. Alcuni interpretano le tracce conservate nella teca come l' 'impronta del diavolo'. La notte di Halloween c' è chi ha provato a entrare qui. La chiesa è inserita addirittura in un tour della Roma mostruosa e paranormale".
    Le autorità ecclesiastiche si muovono con prudenza estrema su questo terreno. Mons. Pietro Benedetti, il delegato pontificio che portò a termine la costruzione del Sacro Cuore, già nel 1900 metteva in guardia da due pericoli: "c' è gente che ride e nega le manifestazioni sensibili dell' aldilà, certo bisogna vagliare e studiare... ma il soprannaturale esiste"; ma "c'è anche chi corre troppo, avido di trovare il meraviglioso sempre e dovunque, con una devozione quasi morbosa. Anche questo è un eccesso. Le manifestazioni di Dio sono straordinarie, non avvengono di frequente. La Chiesa vuole che si tenga la giusta via, lungi da caparbie negazioni e da facili condiscendenze".
   

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