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Epatite B, ne soffrono 332 mila italiani ma solo 3 su 10 lo sanno

ROMA. Spesso silente ma nocivo per il fegato, il virus dell’epatite B (HBV)colpisce 332 mila persone in Italia ma solo a 3 su 10 è stata fatta la diagnosi. Mentre nel mondo a essere infettate dal virus sono 292 milioni di persone. Sono alcuni dei risultati dello studio pubblicato su The Lancet Gastroenterology Hepatology.

Malattia del fegato trasmissibile attraverso sangue, saliva o liquido seminale, l’epatite B è in genere asintomatica. Ma, se l'organismo non riesce a debellare il virus, sviluppa una forma cronica con conseguenze che possono essere più serie, come insufficienza epatica, cirrosi e neoplasie al fegato. Secondo il nuovo studio del gruppo internazionale Polaris Observatory, la prevalenza globale dell’infezione, nel 2016, è intorno al 3,9%, corrispondente a 292 milioni di persone infettate. Ma solo a meno del 10%, ovvero 29 milioni, è stata diagnosticata l'infezione. Mentre nel mondo, i bambini sotto 5 anni con infezione siano circa 1,8 milioni. Per l’Italia la prevalenza è dello 0,6%, pari a 332 mila persone con infezione, ma solo al 29% è stata fatta la diagnosi.

In genere l’organismo debella da solo il virus. Qualora non riesca, ovvero in circa un caso su dieci, esistono trattamenti specifici. Ma non tutti nel mondo vi hanno accesso: tra i 94 milioni di infetti idonei al trattamento, solo il 5% (4,8 milioni) ha realmente ricevuto la terapia antivirale. E meno dell’1% delle donne in gravidanza con elevata carica virale è stato trattato con antivirali per ridurre il rischio di trasmissione al feto.
Il modo per prevenirla oltre a evitare comportamenti a rischio come rapporti sessuali non protetti, scambio di rasoi e siringhe, è la vaccinazione, in Italia inclusa nell’esavalente. Ad aver ricevuto tutte e tre le dosi previste, è l’87% della popolazione pediatrica nel mondo.

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