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Antonio Ligabue scultore

ANCONA - Capre, cavalli, buoi, cinghiali, ma anche tigri, scimmie, leoni, cerbiatti e aquile, talora calmi e distesi, talaltra feroci e violenti, ma sempre rappresentati con una straordinaria intensità e precisione anatomica. Sono le 31 sculture in bronzo che si possono anche toccare, esposte da oggi fino al 24 giugno prossimo al Museo Tattile Statale per non vedenti ed ipovedenti Omero di Ancona nell'ambito della mostra curata da Antonello Rubini 'Antonio Ligabue il realismo della scultura'. Una carrellata di opere, cui si aggiungono tre dipinti: un autoritratto, Fiori e Bambolotto, Gatto col Topo, realizzate da Ligabue tra il 1936 e il 1958, che rendono conto dello straordinario talento scultoreo dell'artista. "Pochi sanno - ha raccontato Vittorio Zanini, proprietario della Galleria Centro Steccata di Parma, fondata dal nonno Ennio Lodi, che ha fornito le opere - che Ligabue cominciò la sua attività artistica prima come disegnatore e scultore e solo dopo come pittore. Le sculture in mostra fanno parte di un nucleo di 35, molte delle quali scolpite in creta e talvolta neanche cotte, che Lodi salvò dalla distruzione facendole tirare in bronzo". Nato in Svizzera da padre ignoto e presto orfano anche della madre, Ligabue (1899-1965) fu affidato ad un umile famiglia svizzera, che non volle mai dargli il nome e non ne comprese il talento, giudicandolo sempre un matto e un fannullone, tanto da farlo rimpatriare in Italia. Totalmente autodidatta ed annesso per questo alla corrente artistica naif, Ligabue ebbe modo però di studiare le caratteristiche fisiche degli animali dagli esemplari impagliati nei musei o nei circhi che visitava di nascosto quando era in Svizzera. In mostra tuttavia compaiono anche tre sculture umane: due autoritratti, uno che lo raffigura in veste di Madonna e l'altro come domatore gobbo, ed un Bacco panciuto a cavallo di una botte. La statuetta ritrae in verità un notaio amante del vino e della buona tavola che l'artista conobbe a Gualtieri e che faceva parte di una cerchia d'illustri cittadini amici del pittore Marino Mazzacurati, fondatore della scuola romana: comprendendo il genio di Ligabue, ne acquistarono e diffusero le sue opere. L'esposizione è corredata da video e documentari sul lavoro e la tormentata vita dell'artista che concorrono a divulgarne l'unicità e la genialità nella storia dell'arte. Catalogo De Luca Editori d'Arte.
   

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