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Etna plasmato da mare o calore, è 'lotta' tra teorie

L'innalzamento del livello del mare oppure l'aumento di calore della crosta terrestre: è stata una di queste due forze a plasmare 130.000 anni fa l'Etna come lo conosciamo, con la sua tipica forma a cono. La prima delle due ipotesi è di Iain Stewart dell'Università di Plymouth, riportata in un nuovo studio sulla rivista Episodes, mentre la seconda risale al 2011 ed è stata pubblicata sull'Italian Journal of Geosciences dall'Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

"Nel lavoro pubblicato nel 2011 abbiamo dato una spiegazione molto più semplice e plausibile", spiega all'Ansa Stefano Branca, dell'Ingv. "Secondo noi - continua - la formazione del vulcano è dovuta al graduale riscaldamento termico della crosta terrestre e ad una maggiore efficienza nel meccanismo di risalita del magma, che quindi si è concentrato lungo una zona di risalita preferenziale, vale a dire l'Etna".

La teoria è messa in discussione dalla nuova ricerca di Stewart, che vede un'altra spiegazione per la forma a cono del vulcano: "la corrispondenza tra il periodo di innalzamento del livello del mare e quello di trasformazione dell'Etna è più di una semplice coincidenza", afferma Stewart. Infatti circa 130.000 anni fa il livello del Mediterraneo raggiunge la quota più alta conosciuta, in seguito ad un riscaldamento del clima causando, secondo il ricercatore, la chiusura della vecchia catena di centri eruttivi che si allungava in direzione nord-sud lungo la costa attuale, forzando la lava a emergere altrove sull'isola e plasmando l'Etna come lo vediamo oggi

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