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Da Israele migliaia di migranti in Europa: polemica sui ricollocamenti, poi lo stop

Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

TEL AVIV. Benjamin Netanyahu ha sospeso la realizzazione dell'intesa con l'Alto commissariato dell'Onu per il ricollocamento in Paesi occidentali di migliaia di migranti africani che sono in Israele.

In nottata il premier ha scritto su Facebook di essere sensibile alle reazioni critiche mosse dagli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv dove i migranti sono concentrati. Oggi, ha aggiunto, vi fara' un sopralluogo. ''Intanto sospendo la realizzazione dell'accordo''.

All'origine della decisione di Netanyahu, scrive la stampa odierna, vi sono le proteste degli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv - che vorrebbero una espulsione massiccia ed immediata dei migranti - nonche' forti critiche all'intesa mosse da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico.

Ieri peraltro Paesi indicati da Netanyahu come esempio di una possibile destinazione dei migranti - fra questi Italia e Germania - hanno smentito di aver dato alcun assenso all'intesa fra Israele e l'Alto commissariato dell'Onu.

Un "esempio" del premier Benyamin Netanyahu ieri aveva scatenato un caso diplomatico con l'Italia citata come uno dei paesi di destinazione di una quota dei migranti africani, ora nello stato ebraico. Un'indicazione subito smentita dalla Farnesina che ha negato l'esistenza di un simile accordo, con il premier israeliano costretto a fare marcia indietro: 'L'Italia era solo un esempio' di possibile destinazione.

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha immediatamente scatenato, nel giorno di Pasquetta, un vorticoso giro di telefonate tra Roma e
Israele. E viceversa. Mentre già si rincorrevano le prime dure reazioni della politica, con le prese di posizione di Maurizio Gasparri (FI) e di Roberto Calderoli (Lega), è arrivata la precisazione-smentita della Farnesina: "Non c'è alcun accordo con l'Italia nell'ambito del patto bilaterale tra Israele e l'Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall'Africa e che Israele si è impegnata a non respingere".

E stesso siparietto di smentite si è giocato, secondo i media israeliani, con la Germania: fonti dell'ambasciata tedesca in Israele hanno negato che sia stato chiesto di accogliere sul proprio suolo migranti.

Saranno comunque le prossime settimane a chiarire dunque quale sia il destino del primo scaglione di circa 6000 persone sul totale di 16.250 che partiranno da
Israele in 5 anni. L'altra metà su 37-38mila migranti africani, secondo l'intesa, resteranno in Israele come residenti permanenti.

 

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