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Animali a rischio studiati come le stelle, è l'astroecologia

In difesa delle specie a rischio nasce l'astroecologia, che sfrutta software e algoritmi sviluppati dagli astrofisici per monitorare gli animali nei loro habitat naturali. Ripresi nelle immagini a infrarossi girate dai droni, i loro corpi caldi appaiono brillanti come stelle e allo stesso modo possono essere monitorati, per fare censimenti e contrastare il bracconaggio. A dimostrarlo sono i risultati dei primi esperimenti presentati dai ricercatori della Liverpool John Moores University alla Settimana europea dell'Astronomia e della Scienza spaziale.

L'astroecologia si basa su algoritmi di apprendimento automatico e strumenti di identificazione che gli astrofisici hanno sviluppato attraverso il software open source Astropy per individuare stelle e galassie. Questi stessi strumenti sono stati inizialmente testati per identificare umani e bovini nelle immagini a infrarossi registrate dai droni in volo su una fattoria.

Dimostrata la fattibilità del progetto, i ricercatori hanno collaborato con zoo e parchi faunistici per costruire un database di immagini con cui addestrare il sistema a riconoscere diversi animali nei loro habitat, anche se nascosti dalla vegetazione. Nel settembre 2017 sono cominciati i primi esperimenti sul campo, con il monitoraggio in Sud Africa di una delle specie di mammifero più minacciate: il coniglio di fiume. Nei prossimi mesi sono previsti nuovi test con l'orangotango della Malesia, la scimmia ragno del Messico e il delfino di fiume brasiliano.

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