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Minniti: i foreign fighters potrebbero arrivare anche sui barconi

Marco Minniti

ROMA. "Se un anno fa mi aveste chiesto se è possibile che i foreign fighters si mischino coi flussi dei migranti avrei risposto no, perché un anno fa questi gruppi sarebbero stati degli assetti nobili di Is e tu un assetto nobile non lo mandi in Europa con i rischi dei flussi migratori. Dal momento che la fuga è individuale, viene lecito pensare che la via migliore sia quella di una rotta già aperta, quella dei trafficanti di esseri umani". Intervistato dal Giornale, il ministro dell'Interno Marco Minniti spiega che i foreign fighters potrebbero arrivare anche sui barconi.

"Ecco perché è importante l'aver creato un metodo per governare i flussi migratori", spiega. "Il governo che verrà ne tenga conto".

"La lista dei foreign fighters viene continuamente aggiornata. Si parla di cifre relativamente piccole rispetto agli altri Paesi europei, intorno ai 120 soggetti, di cui una parte presuntivamente morti", spiega Minniti, parlando di un rischio che "era e rimarrà alto".

"Quelli che sono ancora in Italia sono monitorati. Tra loro c'è qualche italiano radicalizzato. Tuttavia chi ha compiuto gli attentati in Europa non proveniva dalla Siria e dall'Irak, erano figli di una mancata integrazione".

Sui flussi dei migranti, "in 16 mesi abbiamo creato un metodo, partendo dalla restituzione di quattro motovedette alla Libia", che "hanno fatto più di 25mila operazioni di search and rescue. In questo momento in Libia, grazie alla nostra iniziativa, operano l'Oim e l'Unhcr", evidenzia Minniti. Chi ha diritto alla protezione internazionale non è più portato dagli scafisti, ma dalle organizzazioni governative d'intesa con la Cei, spiega.

"A breve aprirà a Tripoli un centro vocato a far questo e gestito direttamente dall'Unhcr con il governo libico". Chi non ha diritto è rimpatriato dall'Oim "con rimpatrio volontario assistito, ovvero con un budget per rifarsi una vita".

Nell'intervista Minniti commenta l'episodio di Bardonecchia: "Con tempestività si è convocato l'ambasciatore francese a Roma e la nota della Farnesina, a cui come appare evidente si è lavorato insieme, rappresenta la posizione di tutto il governo. In sintesi, ad un fatto grave c'è stata una risposta all'altezza da parte dell'Italia".

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