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Pubblica amministrazione, sì al taglio dei dirigenti per creare più posti di lavoro

Palazzo Chigi

ROMA. Le amministrazioni che vorranno potranno ridurre le posizioni dirigenziali in favore di ruoli semplici. Uno scambio a costo zero: meno poltrone e più sedie. D’altra parte un capo pesa economicamente come, magari, due, tre o più travet non graduati. Il via libera all’operazione è contenuto nelle linee guida sui fabbisogni di personale. Provvedimento messo a punto dalla ministra della P.A, Marianna Madia, per aiutare gli enti nella stesura dei programmi diventati per legge obbligatori.

Finora era chiaro che nessuna amministrazione statale poteva permettersi di aumentare la schiera dei vertici in autonomia ma poi non si diceva altro. Ora il ministero chiarisce e apre esplicitamente una strada. La possibilità di sfoltire i vertici "pur non essendo espressamente prevista dalla norma, può essere dedotta - si spiega nella bozza del decreto - considerando che la riduzione di strutture dirigenziali può essere uno strumento per favorire un più razionale assetto organizzativo, contrariamente all’incremento delle posizioni dirigenziali che necessariamente deve recare, per le amministrazioni interessate, una copertura finanziaria all’interno della legge».

I piani sui fabbisogni, che mirano a un reclutamento basato sulle effettive necessità, lascerebbero una certa «flessibilità" in modo da «consentire di destinare il valore finanziario dei posti di prima e seconda fascia, per aumentare la dotazione organica del personale non dirigenziale». Certo le amministrazioni, il riferimento è a quelle centrali, che decidono di ridurre le posizioni di comando non potranno poi tornare indietro, perché significherebbe aumentarle e non si può se non sotto disposizione di rango legislativo.

Lo schema di decreto traccia un canovaccio completo per tutti gli enti, che entro 60 giorni dalla pubblicazione del testo dovranno chiudere le liste sul personale di cui necessitano, pena l’azzeramento delle facoltà di assunzione. I piani potranno anche indicare «eventuali progressioni» di carriera, ovvero promozioni, secondo quanto già previsto dalla riforma Madia, che dà possibilità, da quest’anno e fino al 2020, di riservare agli interni il 20% dei posti in ballo. Soprattutto si dà una spinta allo svecchiamento delle professioni pubbliche. Entreranno così data scientist (esperti di algoritmi), gestori della sicurezza informatica (Ict security manager), grafici del web, ma anche specialisti in appalti e aiuti di stato.

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