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Ciclismo, il capolavoro di Nibali alla Milano-Sanremo: lo "Squalo" fa grande l'Italia

ROMA. L'ultimo italiano a vincere la Milano-Sanremo era stato Filippo Pozzato, nel 2006. L'ultimo italiano a salire sul podio però fu Vincenzo Nibali, nel 2012. E il messinese ha rotto il digiuno, riportando i colori italiani sul trono della classicissima di primavera, dopo un'impresa fra l'epico e lo storico.

Non l'unica, di una carriera da incorniciare, che conta due Giri d'Italia, un Tour de France, una Vuelta (un'altra gliela potrebbe consegnargliela l'Uci, nel caso in cui venisse squalificato Froome). Si pensava e diceva che Nibali fosse un corridore da grandi corse a tappe, dal momento che aveva vinto anche due Tirreno-Adriatico, invece lui stesso ha dimostrato, aggiudicandosi per due volte il tricolore su strada, per due volte il 'Lombardia' e ora la 'Sanremo', di essere preparato anche per le gare di un giorno.

Gli manca solo l'Olimpiade (ancora non ha digerito lo scivolone nell'ultima discesa a Rio, nel 2016) e il Mondiale, per il quale quest'anno (appuntamento a Innsbruck) si sta preparando.

"Sulla salita della Cipressa mi sono reso conto di sentirmi bene - ripercorre la propria impresa Nibali - sono partito e ho visto che la gamba rispondeva: guadagnavo posizioni e questo mi dava ulteriore coraggio. Aspettavo che si muovesse qualcuno, che accadesse qualcosa, poi alla fine le cose sono andate come speravo. Ho visto che c'era il vuoto alle mie spalle e sono andato a tutta, senza mai più voltarmi indietro".

Dopo il traguardo abbraccia moglie e figli: sono lontani i tempi del pianto a dirotto di Michele Dancelli sul traguardo della 'Sanremo', anche nel ciclismo di plastica del terzo millennio qualche lacrima sul volto di Enzino da Messina spunta, soprattutto dopo che sul podio partono le note dell'inno di Mameli. Sono lacrime da 'Squalo', che però danno l'idea di come Nibali attendesse questo successo.

"Negli ultimi due chilometri è stata dura, i metri non sembravano finire mai - ricorda -. Sei in sella da 292 chilometri e non te ne accorgi, pensi piuttosto a quanto manchi per la vittoria. Avevo paura che il gruppo rimontasse, ero solo contro tutti, ma Colbrelli è stato bravissimo a fare da 'tappo'. Alla Tirreno-Adriatico ho chiuso in crescendo e oggi mi sentivo bene, ancora non mi rendo conto di cosa ho fatto, solo a 50 metri dall'arrivo ho cominciato ad avere la percezione della vittoria. Penso di avere fatto qualcosa per la storia".

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