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Oltre il Bacio, segni di Federico Seneca

TREVISO L'immagine dei due innamorati del "Bacio" Perugina è nella memoria collettiva di generazioni di italiani ma quanti conoscono il nome del suo inventore? Restare dietro le quinte è il contrappasso per tanti pubblicitari geniali, capaci di conquistare il gusto popolare e di entrare nella storia del costume. Anche Federico Seneca (1891-1976), autore del disegno del mitico cioccolatino, paga questo prezzo inevitabile quando il fine del lavoro creativo è l' esaltazione del marchio. All' artista rende omaggio dal 17 marzo al 2 settembre il Nuovo Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso con la mostra monografica "Federico Seneca. Segno e forma nella pubblicità" che ne documenta l'intero percorso creativo dagli esordi belle époque agli sviluppi futuristi alla teatralità di matrice bauhaus. E' l' occasione per mettere a fuoco alcune delle campagne comunicative più famose ideate tra gli anni Venti e Trenta e introdurre con alcune creazioni dei primissimi anni Cinquanta il periodo del boom economico.
    "La peculiarità della rassegna - spiega Marta Mazza, direttrice del museo - è presentare tanti bozzetti di proprietà privata, elaborati a tecniche miste e scultorei in gesso per descrivere il percorso ideativo seguito Seneca per giungere alla immagine definitiva del manifesto. L' artista seguiva un metodo particolare: realizzava piccole sculture in gesso che poi illuminava e nella trasposizione grafica di questo straordinario uso della luce passava dal realismo all' assoluto privo di identità". Tra il centinaio di opere in esposizione, il manifesto più famoso è ovviamente quello del Bacio di cioccolato, realizzato da Seneca nel 1922, in pieno periodo futurista anche ne sentì l' influenza solo marginalmente. L' immagine rimanda piuttosto alle atmosfere della Belle Epoque, con i due innamorati che si baciano richiamando il celebre quadro di Francesco Hayez. "E' un' opera giovanile che non corrisponde alla cifra stilistica di Seneca - dice Marta Mazza, che ha anche curato il catalogo insieme con la direttrice del museo di Chiasso Nicoletta Ossanna Cavadini -.
    La grandezza dell' artista sta nella sintesi plastica delle figure che diventano assoluto e nella capacità di trasporre i valori formali dalla tridimensionalità alla bidimensionalità con grandissima disinvoltura". Il manifesto del 1958 realizzato per la Cinzano Soda ne è la dimostrazione più evidente, con la figura umana evocata da una linea curva e un cerchio.
    Seneca - che fu direttore artistico della Perugina (con cui collaborò dagli inizi degli anni Venti al 1933) e della Buitoni - firmò altre campagne pubblicitarie prestigiose per Modiano, Ramazzotti, Agipgas, Talmone, Chlorodont, Lane BBB con "indimenticabili personaggi dalla valenza plastica e teatrale, perfetto preludio alle invenzioni della pubblicità animata per la televisione". Marchi che hanno fatto breccia nel grande pubblico grazie a un lungo lavoro nascosto di ideazione e a una capacità straordinaria di comunicare con segni e forme. E' una caratteristica che accomuna Seneca ad altri nomi illustri della grafica di quegli anni come Fortunato Depero, il grande maestro dell' Avanguardia, a cui si deve l' iconica bottiglietta del Campari Soda.
    La mostra approda a Treviso dopo aver fatto tappa a Chiasso, a Perugia (la città dell' industria dolciaria del Bacio), e a Fano, città natale dell' artista. Si tratta di una sorta di ritorno a casa: tutti i manifesti esposti, tranne pochi esemplari, fanno parte della collezione storica Salce. Il Museo, inaugurato nel maggio del 2017, conta ben 25 mila manifesti della collezione curata da Nello Salce fino alla sua morte nel 1962. Un tesoro oggi raddoppiato grazie alle donazioni che hanno permesso di continuare la cronologia.
   

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