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Ad Ascoli il mondo artistico di Cola dell'Amatrice

ASCOLI PICENO   Al via dal 17 marzo fino al 25 luglio alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno la mostra 'Cola dell'Amatrice da Pinturicchio a Raffaello', curata da Stefano Papetti e Luca Pezzuto, che racconta in 60 opere, tra cui capolavori di Raffaello, Perugino, Pinturicchio e Signorelli, il percorso di formazione dell'artista attraverso i rapporti e le reciproche influenze con i grandi pittori del suo tempo. Esposti per la prima volta i disegni ed appunti inediti dei taccuini di Cola, conservati nella Biblioteca Comunale di Fermo, con studi sulle opere di altri autori, tra cui Leonardo, Raffaello e Luca Pacioli, ricette per vernici e colori e indicazioni sulle tecniche pittoriche. Pagato talvolta più di Raffaello, e unico pittore attivo nell'area appenninica ad essere citato da Vasari come 'Maestro raro e del migliore che fusse mai stato in que' Paesi', Nicola Filotesio, detto Cola dell'Amatrice (1489-1555) giunse ad Ascoli Piceno nel 1508 per eseguire il polittico di Piagge (presente in mostra) introducendo nella tradizione pittorica ascolana dominata dallo stile di Carlo Crivelli (rappresentato nell'esposizione dal Trittico di Valle Castellana), le novità stilistiche del Rinascimento.

Dopo una parentesi romana, in cui scopre, gli affreschi di Filippino Lippi e di Raffaello, Cola torna ad Ascoli, dove lavorerà a fasi alterne per 40 anni, facendo proprio quanto aveva appreso nell'Urbe, come dimostrano la Pala di San Vittore (1514), l'Istituzione dell'Eucarestia e La Morte della Vergine, che rientra ad Ascoli dai Musei Capitolini o il trittico di Force, L'esposizione rende conto anche dei 'compagni di strada' di Cola, da Sodoma (Madonna col Bambino proveniente da una collezione privata e mai esposto prima) a Saturnino Gatti (Beato Vincenzo dell'Aquila) e dei suoi passaggi all'Aquila (per progettare la Chiesa di San Bernardino), Perugia, Siena, Urbino e lungo la Salaria all'Abbazia di Farfa. Parte dell'esposizione è ospitata nel complesso monumentale di San Francesco, dove sono stati ricollocati gli affreschi che erano stati strappati negli anni '50, e che raccoglie anche disegni e sculture in terracotta provenienti dalla bottega dell'artista, mentre nel refettorio del convento dell'Annunziata si potrà ammirare l'affresco Salita al Calvario, seguendo un percorso cittadino che consentirà anche di conoscere le opere architettoniche dell'artista. "A quasi trent'anni dall'ultima mostra che Ascoli Piceno ha dedicato a Cola - ha ricordato Papetti - l'esposizione attuale recupera molte opere dei territori colpiti dal sisma, e consente eccezionalmente di ammirare dipinti su tavola concessi dagli Uffizi e dai Musei Vaticani e Capitolini, che normalmente non vengono mai prestati per la loro fragilità". L'esposizione costruisce anche "un corpo di studi sulle tecniche usate da Cola attraverso indagini diagnostiche su 10 tavole, di cui 6 restaurate per l'occasione". Uno dei risultati di questi studi, in collaborazione con l'Università di Camerino, è la scoperta che i quattro angeli reggicroce esposti al termine del percorso, erano in principio angeli musicanti, poi modificati dall'artista. La mostra è la terza di una serie voluta dalla Regione Marche per valorizzare e rilanciare il suo territorio dopo il sisma nell'ambito del progetto "Mostrare le Marche"

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