Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Unione italiana vini, export vino positivo ma non brillante

(+6,4%) rispetto ai volumi, a dimostrazione che anche il valore medio dei prodotti italiani consegnati oltre frontiera si è mosso su terreno positivo. Le performance migliori- mette in luce l'analisi Uiv - si sono avute fuori dai confini comunitari: nei Paesi terzi (che nel 2017 rappresentano il 34% delle esportazioni in quantità e il 49% dei relativi introiti), è stato registrato in particolare un +8% rispetto al 2016 con introiti in crescita del 9%, mentre all'interno della Ue si è registrato +1% a volume e +4% in valore. Unione italiana vini segnala inoltre performance sopra la media per gli spumanti che registrano un +9% a volume e +14% a valore, con il Prosecco che rappresenta il 56% del totale spumanti esportato ed il 59% degli introiti corrispettivi. Tra le singole produzioni si segnala lo stop della flessione dell'Asti che nel 2017 ha messo a segno un +7% a volume e +6% a valore. ''Anche i vini frizzanti- spiega Uiv, riemergono dal lungo periodo di difficoltà, tornando a mostrare un segno positivo sia in termini di volumi (+2%) sia di valore (+6%). La crescita riguarda solo i vini frizzanti Igp (+6% a volume e 7% a valore)''. Nota positiva, infine, anche per i vini fermi in bottiglia (il 48% del totale esportato a volume e il 63% del valore) che, dopo la frenata del 2016, sono tornati a crescere del +2% a volume e del 4% a valore.

"I dati dell'export 2017- commenta Ernesto Abbona- ci consegnano un anno positivo ma non brillante. Va sottolineata però la determinazione dei nostri imprenditori che, nonostante la crescente ondata protezionistica dei mercati e le grandi difficoltà di gestione dei fondi Ocm promozione, archiviano un altro anno di crescita delle esportazioni, anche nei volumi.

Sfioriamo- incalza il presidente- ma non superiamo la soglia psicologica dei 6 miliardi di euro; cresciamo meno della Francia e rimaniamo fragili davanti alle turbolenze commerciali provocate dalla 'geopolitica', perché siamo ancorati ai due mercati storici del nostro export, Usa e Regno Unito''. Ernesto Abbona auspica poi che per il 2018 il nuovo ministro delle politiche Agricole abbia tra le sue priorità quella di risolvere la dinamica conflittuale Ministero-Regioni e di sbloccare i fondi promozione 2017-18, mettendo subito mano al decreto per l'annualità 2018-19.(ANSA).

Caricamento commenti

Commenta la notizia