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Appello Pe, avanti Convenzione Istanbul contro violenza donne

STRASBURGO - Per combattere la violenza sulle donne è importante che tutti gli stati membri dell'Ue ratifichino la Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa.

E' l'appello lanciato in plenaria a Strasburgo dagli eurodeputati che si sono rivolti agli 11 Paesi ritardatari: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Slovacchia e Gran Bretagna.

"Il lavoro principale va fatto sui modelli culturali che la nostra società continua a proporci", ha sottolineato l'eurodeputato Pd Nicola Caputo, secondo cui "i fatti di Cisterna di Latina dimostrano che dobbiamo continuare la battaglia culturale da cui nasce la Convenzione". Alcuni europarlamentari hanno però criticato "il bagaglio ideologico" del testo e la "definizione di genere", affermando che si tratta di questioni di competenza nazionale e non europea.

 

Il vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip ha invece ribadito che la Convenzione riguarda la prevenzione della violenza contro le donne e i minori, senza altri secondi fini, e ha auspicato che gli stati membri che ancora nutrono dubbi sulla sua attuazione completa si rendano conto che lo scopo del quadro normativo è proteggere le vittime.

 

Secondo i dati della Commissione Ue 1 donna su 3 nell'Ue è stata vittima di violenze sessuali o fisiche dall'età di 15 anni, mentre oltre la metà delle donne europee hanno subito molestie sessuali e 1 su 20 è stata violentata. L'Italia ha ratificato la Convenzione nel 2013, che è entrata in vigore nel 2014.

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