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Mattarella e il rebus governo: "Ora responsabilità, si pensi all'interesse del Paese"

ROMA. Bisogna tutti avere "senso di responsabilità" e pensare al bene generale dei cittadini, ha detto il presidente Sergio Mattarella dal Quirinale.

"Abbiamo ancora - e questo riguarda tutti - avremo sempre bisogno di questa attitudine: del senso di responsabilità di saper collocare al centro l'interesse generale del Paese e dei suoi cittadini", ha sottolineato in un passaggio del suo discorso in occasione della cerimonia della Giornata internazionale della donna.

"Possiamo dirlo con forza nel settantesimo della Costituzione: le donne sono state artefici della Repubblica - ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando al Quirinale in occasione dell'8 marzo -. Sono oggi artefici del suo divenire. La nostra comunità nazionale, il nostro modello sociale, le nostre stesse istituzioni non sarebbero quello che sono senza il contributo creativo, fondativo, delle donne italiane. Il loro voto, a partire dal '46, ha dato compiutezza e sostanza a quella democrazia che aveva rappresentato la speranza, e il traguardo da raggiungere, nei tempi dolorosi della dittatura, delle sofferenze, della guerra. Soltanto la piena partecipazione delle donne poteva rendere davvero credibile, e possibile, l'ideale di pari opportunità tra tutti i cittadini".

"Le donne hanno saputo tenere ben in vista gli interessi generali - ha aggiunto il capo dello Stato -, anche quando le dinamiche dei partiti inducevano alla contrapposizione e al conflitto. È un grande merito storico. Questa è stata una vocazione ricorrente della politica al femminile. Le donne parlamentari hanno, spesso, all'occorrenza, saputo intendersi; e operare, impegnarsi, battersi insieme. Credo che questo rappresenti una lezione repubblicana".

"Persistono barriere da superare, squilibri da colmare, ma abbiamo sempre nuove prove di come le pari opportunità delle donne costituiscano uno degli antidoti più forti alle chiusure oligarchiche, all'immobilismo sociale, alle diseguaglianze economiche. L'azione delle donne si è rivelata anche un possente strumento della Costituzione, della sua attuazione".

"La piena parità nel lavoro è un motore di sviluppo - continua Mattarella -. La discriminazione, invece, ne costituisce un freno. Queste leggi hanno favorito la crescita del Paese, attraverso il cammino di liberazione della donna. Nei rapporti di lavoro, non può esserne mai messa in discussione la dignità. Ancor oggi vi sono ostacoli e disparità nell'accesso al lavoro, nella retribuzione, nella mobilità. Talvolta gli ostacoli rendono difficile la conciliazione con i tempi di cura della famiglia. Le barriere possono alzarsi fino a odiose discriminazioni nei licenziamenti. Le dimissioni in bianco, forzose, imposte, sono contrarie alla legge - conclude -. Occorre vigilare per assicurare il rispetto delle norme. L'Italia non può permettersi di rinunciare alla ricchezza dell'apporto del lavoro femminile".

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