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Dazi: preoccupati costruttori moto europei, anche per Harley

MILANO - L'Associazione europea dei costruttori di motocicli (Acem) esprime "preoccupazione in seguito alle recenti dichiarazioni rilasciate dalle autorità europee e statunitensi sulle importazioni di acciaio e alluminio: comprendiamo le ragioni alla base delle possibili reazioni europee qualora gli Usa decidessero di incrementare i dazi sull'importazione di tali materie prime, ma l'industria motociclistica sarebbe gravemente danneggiata se coinvolta in questa 'guerra commerciale'", afferma una nota.

"Harley Davidson, noto marchio motociclistico e nostro membro - aggiunge l'Acem - è stata menzionata tra gli obiettivi nel mirino delle possibili contromisure europee: abbiamo scritto al Commissario europeo per il commercio, Cecilia Malmstrom, sottolineando che, sebbene l'industria capisca le ragioni alla base di contromisure europee dettate da rigore e fermezza, un potenziale aumento dei dazi sulle esportazioni americane di motocicli danneggerebbe sicuramente non solo le aziende americane, ma anche le economie e l'occupazione in Europa".

"Confindustria Ancma (l'associazione italiana del settore aderente a Confindustria) condivide pienamente le preoccupazioni espresse dall'industria motociclistica: scatenare una guerra commerciale nel nostro settore avrebbe risvolti pesantemente negativi soprattutto per le aziende italiane che esportano negli Usa una parte rilevante della produzione", afferma il presidente Andrea Dell'Orto, aggiungendo che si tratta di "brand riconosciuti nel mondo come l'eccellenza di mercato". "Inoltre le ripercussioni negative sarebbero notevoli su tutta la filiera del settore con effetti sensibili sull'occupazione: solo in Italia lavorano 20.000 addetti nelle aziende che, con l'indotto, arrivano a circa 60.000 in totale. Auspichiamo - conclude il presidente dell'Associazione nazionale ciclo motociclo accessori - che il governo italiano prenda una posizione decisa su tale questione, rilevante per non destabilizzare il nostro comparto". 

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