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Reporter ucciso in Slovacchia, rilasciati sette italiani

Lumini in onore del reporter ucciso in Slovacchia, Jan Kuciak

BRATISLAVA. La polizia slovacca ha  rilasciato tutti e sette gli italiani arrestati in connessione  con l’omicidio del giornalista Jan Kuciak. Lo ha confermato la  polizia slovacca spiegando che sono scaduti i termini della  custodia cautelare (48 ore), senza aver individuato le prove per  passare ad una accusa formale.  Le stesse fonti non hanno fornito ulteriori dettagli.

Kuciak, trovato ucciso nel suo appartamento insieme alla ragazza la settimana scorsa, aveva scritto su quattro famiglie calabresi, ritenute dell'orbita ndranghetista - Vadalà, Cinnante, Rodà e Catroppa - che nell'Est della Slovacchia svolgono attività imprenditoriali soprattutto nell'agricultura.

Il reporter aveva inoltre rivelato i legami dell'imprenditore Antonino Vadalà con l'assistente del premier Robert Fico, Maria Troskova, e il segretario del consiglio di sicurezza, Vilian Jasan. Entrambi hanno fatto un passo indietro, fino alla fine delle indagini.

"È verosimile che dietro l'omicidio ci siano le famiglie calabresi . È ovvio che la 'ndrangheta è capace di fare queste cose". Nicola Gratteri , Procuratore della Repubblica di Catanzaro, è intervenuto ai microfoni di "6 su Radio 1" sull'uccisione del reporter slovacco Jan Kuciak.

"La 'ndrangheta - ha aggiunto - è radicata, non infiltrata, non solo in tutta Italia ma anche nei Paesi europei come Germania, Svizzera ma anche nell'est europeo, oltre che in Slovacchia anche in Bulgaria e in Romania. La 'ndrangheta si sta estendendo verso l'Est. Va dove c'è da gestire potere e denaro e dove ci sono da gestire opportunità. Le mafie stanno acquistando latifondi per piantare vigneti, per piantare colture, il cui fine è quello di arrivare ai contributi europei. Un fenomeno che accade in Italia ma anche fuori. Il dramma è che l'Europa non è attrezzata sul piano normativo a contrastare le mafie, in particolare la 'ndrangheta. In Europa da decenni non c'è la percezione dell'esistenza della mafia, prova ne è che gli Stati europei non vogliono attrezzarsi sul piano normativo come l'Italia. Ancora stanno discutendo se inserire nel loro ordinamento l'associazione a delinquere di stampo mafioso".

 

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