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Made in Italy: Cia, su etichetta cibo solo corsa elettorale

ROMA - "E' corsa elettorale all'etichetta sui prodotti alimentari. A pochi giorni dal voto, si rincorrono da più parti annunci di nuove misure proposte come baluardo di difesa del Made in Italy, ma che finiscono per usare il cibo come strumento politico di chiaro stampo provinciale, dimenticando che il quadro normativo di riferimento è l'Europa". Lo afferma la Cia-Agricoltori Italiani, nel precisare che si rischia così di creare confusione tra produttori e consumatori, lasciando al mero esercizio di propaganda un tema così fondamentale per la salute e per l'economia.
    "La Cia è favorevole all'etichettatura alimentare", spiega il presidente Dino Scanavino, che però deve tener conto di tre presupposti. Prima di tutto, i decreti italiani devono avere un analogo quadro in Ue; occorre quindi agire in un'ottica globale e non chiusa sempre nelle logiche nazionali. In secondo luogo, bisogna superare il concetto di tutela per lavorare sulla valorizzazione e la promozione del marchio e del sistema Made in Italy, in un'ottica di sostenibilità e di filiera. Infine, proprio in vista di un Regolamento Ue che sarà direttamente applicabile a tutti gli Stati membri tra cui l'Italia, la Cia ritiene che la scelta dell'indicazione di origine in etichetta ora "sia più opportuna in forma facoltativa che obbligatoria e rappresenti comunque un ulteriore costo, che potrebbe subirne di aggiuntivi con l'entrata in vigore della normativa europea".

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