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M5S, Di Maio presenta la sua squadra di governo: "Ministri che sono patrimonio di tutti"

Luigi Di Maio

ROMA.  Ride bene chi ride ultimo, mette in guardia Luigi Di Maio che presenta la sua squadra di governo fatta di «eccellenze che ci metteranno testa e cuore». Ha anticipato tutti con un’operazione che Matteo Renzi definisce di puro marketing, ma tant'è. «Qualcuno ci ha deriso per questa scelta, ma rideremo noi lunedì quando probabilmente gli italiani ci porteranno al 40%», avverte. E grazie all’ampio consenso elettorale che si aspetta dalle urne, conta di portare la sua squadra di tecnici, che avrà, precisa, una «testa politica», nelle stanze che contano.

«Questi non sono miei ministri, sono persone che sono patrimonio di tutti, che ci hanno messo la faccia senza paracadute e per puro spirito di servizio nei confronti del Paese. Se gli altri vogliono, da lunedì ci mettiamo intorno al tavolo e ne parliamo. Io ne ho piene le scatole degli Alfano agli esteri». Grazie alla forza elettorale che conta di raggiungere ritiene di poter escludere alleanze e soprattutto di non dover gettare la spugna: il pericolo di un fallimento della sua scommessa non è contemplato. E Beppe Grillo rilancia, mantenendo sempre un low profile: «forse è finita l'epoca del Vaffa», dice e poi avverte: «fate veloce a fare un governo perché io sto impazzendo». Ma il candidato premier lo rassicura; «siamo in una nuova fase ma non è che rinneghiamo il passato». Tant'è che pure l’idea di anticipare la squadra «è nata nel 2014 da Gianroberto Casaleggio».

Ma non c'è solo il concetto di apertura alle personalità esterne al Movimento a preoccupare: la decisione di anticipare parte dei nomi del gabinetto pentastellato ha prodotto solo uno stillicidio di polemiche. L’ultimo quello del caso del candidato all’Istruzione, Salvatore Giuliano, che il Pd scopre essere un fautore della Buona Scuola.

«E' un nostro amico, è un consulente della Giannini e della Fedeli. E’ un preside, anche bravo, che ci ha aiutato a scrivere la riforma» ridacchia Matteo Renzi che tira fuori un vecchio video di un convegno a Venaria dove Giuliano lo incita: «presidente vada avanti». Ma il M5s non mostra imbarazzo: «chi ha conosciuto Renzi poi lo evita" ironizza Di Maio. Ma non c'è solo lui nel mirino: c'è pure il caso della candidata al Viminale Paola Giannetakis che avrebbe firmato un appello per il Sì al referendum costituzionale. Il M5s non fa in tempo a smentire che deve anche correggere le frasi pronunciate proprio oggi da Giuliano sulla Buona scuola semplicemente «da migliorare». Invece, andrà abolita, «lo dico una volta per tutte: noi la buona scuola la volgiamo abolire e se Giuliano si insedierà al ministero lavorerà in tal senso" mette in chiaro il leader M5s.

La presentazione della squadra è il primo assaggio dell’evento mediatico costruito dal M5s attorno a questo voto. Per presentare i 17 aspiranti ministri i 5 Stelle hanno scelto il Salone delle Fontane all’Eur: musica, luci e coreografia. Tra i prescelti anche il professore associato alla scuola di sant'Anna di Pisa, il keynesiano Andrea Roventini. «L'uscita dall’euro non è in discussione ma è prioritario rivedere il fiscal compact" garantisce il prof che attacca la ricetta del centrodestra: «La Flat tax è una fake tax, è una proposta bizzarra che produrrà un deficit pubblico crescente e porterà benefici solo al 10% della popolazione».

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