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A Venezia i progetti di Quarenghi

GALLERIE DELL'ACCADEMIA -A due secoli della morte, avvenuta a San Pietroburgo nel 1817, le Gallerie dell'Accademia di Venezia rendono omaggio a Giacomo Quarenghi, architetto e pittore bergamasco, che sviluppò gran parte della sua attività in Russia alla corte dell'imperatrice Caterina II e dei suoi successori, il figlio Paolo I e il nipote Alessandro I, dopo un viaggio in Italia sulle orme del Rinascimento e di Andrea Palladio. Il progetto quarenghiano si articola in una mostra dedicata a 95 progetti architettonici, dei 215 di proprietà della stessa Accademia - dal 2 marzo al 17 giugno, a cura di Paola Marini, Annalisa Perissa e valeria Poletto -, e nella pubblicazione dell'intero corpus della raccolta veneziana dei disegni architettonici, dopo quella delle oltre 200 'vedute' e 'capricci' di mano dell'artista di alcuni anni fa. Le circa 500 opere di Quarenghi sono giunte all'Accademia di Venezia nel 1824. Interprete neoclassico con richiami palladiani, Quarenghi era stato chiamato in Russia nel 1779 da Caterina II e ne divenne presto architetto ufficiale. San Pietroburgo era una capitale in rapida crescita e un'occasione straordinaria per gli architetti. La sua opera non si limitò così alla sola corte imperiale, ma si estese anche all'aristocrazia di più alto rango, locale e internazionale, che gravitava attorno alla capitale. I documenti, i rapporti epistolari e gli elaborati di quegli anni restituiscono un'attività quasi frenetica che lo vide progettare edifici pubblici, religiosi, commerciali - tra tutti, la Banca di Stato -, residenze private o più semplici case di campagna per la villeggiatura. Non tutte le sue ideazioni sono giunte però all'edificazione finale, ma i suoi progetti hanno inciso in modo significativo sull'aspetto monumentale e urbanistico di San Pietroburgo e, con meno intensità, anche di Mosca. Della sua intera produzione progettuale è rimasta una vasta produzione grafica, in parte autografa e in parte demandata a collaboratori, presto contesa tra i collezionisti. In questo quadro si inserisce l'acquisto dei disegni, alcuni riportanti le firme dei sovrani per approvazione, deciso dal governo austriaco per l'Accademia veneziana; acquisizione proposta al presidente Leopoldo Cicognara dall'abate Luigi Celotti. L'arrivo a Venezia della raccolta, riportata in Italia dal figlio, era stato favorito dal rapporto duraturo che Quarenghi aveva avuto, anche a distanza, con personalità veneziane e con gli stessi accademici, come Tommaso Temanza e Giannantonio Selva 

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