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Afghanistan, il presidente Ghani propone una tregua ai talebani

Il presidente Ashraf Ghani (al centro)

KABUL. Inaugurando oggi la seconda riunione del 'Processo di Kabul' davanti ai delegati di 25 Paesi e organizzazioni internazionali, il presidente Ashraf Ghani ha detto che "la pace non può essere raggiunta senza i talebani".

In un atteso discorso nella capitale afghana, il capo dello Stato ha proposto agli insorti in segno di riconciliazione di unirsi ad un processo che metta fine una volta per tutte al drammatico conflitto in corso. Ghani ha anche aggiunto di essere disposto a negoziare con i talebani un cessate il fuoco.

Ghani ha spiegato che l'offerta di dialogo, che comporta l'avvio di un processo di pace e di una tregua sul terreno, dovrà permettere ai talebani di trasformarsi da gruppo combattente in partito politico.

Una delle componenti dell'offerta del governo, ha ancora detto, "è la preparazione di una lista di prigionieri talebani da liberare". "Oggi la possibilità di raggiungere la pace è nelle loro mani - ha proseguito - ma devono accettare l'offerta, unirsi al processo di pace affinché insieme possiamo salvare il Paese".

Nel suo discorso Ghani si è rivolto quindi al Pakistan, invitandolo ad aprire un dialogo bilaterale sottolineando che "siamo pronti a discutere con Islamabad, dimanticando il passato e cominciando un nuovo capitolo" nelle nostre relazioni.

Il presidente Ashraf Ghani ha dichiarato oggi che il governo afghano, nell'ambito di un eventuale negoziato di pace con i talebani, "è disponibile ad una revisione della Costituzione" a patto che gli insorti "la accettino in linea di principio".
Parlando nella capitale afghana in apertura della 2/a riunione del cosiddetto 'Processo di Kabul', Ghani ha aggiunto che "qualsiasi revisione dovrà assicurare i diritti ed i doveri costituzionali di tutti i cittadini, e proteggere in particolare quelli delle donne".

Il negoziato, ha poi detto, dovrebbe svolgersi in Afghanistan, o in alternativa anche in un Paese islamico non coinvolto nel conflitto, in una struttura dell'Onu o in un Paese terzo.

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