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Studio, l'Italia è in ritardo sulla mobilità elettrica

BRUXELLES - L'Italia "è in ritardo su tutti gli aspetti della mobilità elettrica" e dovrebbe valutare attentamente se la "scelta del gas naturale per i veicoli possa essere efficace" in termini di riduzione delle emissioni inquinanti e di sostenibilità economica. Sono le considerazioni di un'analisi della piattaforma europea Electromobility, che unisce associazioni e industria per promuovere il passaggio a tutte le forme di trasporto elettrico.

L'organizzazione ha presentato i risultati del suo studio oggi all'Europarlamento, alla presenza della commissaria Ue ai trasporti Violeta Bulc. Secondo il rapporto, contrariamente alla diffusa credenza secondo cui i potenziali acquirenti di veicoli elettrici sono scoraggiati dalla mancanza di impianti di ricarica sul territorio, questi sarebbero invece più che sufficienti per il numero di auto elettriche in circolazione nel 2017.

E continueranno a esserlo almeno fino al 2020, se saranno mantenuti gli impegni di diversi governi Ue a sviluppare infrastrutture di ricarica nazionali. I Paesi che danno priorità al trasporto elettrico sono essenzialmente nord-europei, mentre l'Italia guarda al gas e altri Paesi mediterranei come la Spagna non hanno ancora una strategia.  

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