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Russiagate, l'ex manager di Trump si dichiara colpevole: pronto a collaborare

Rick Gates, l'ex manager di Donald Trump

NEW YORK. Le indagini sul Russiagate vanno avanti e gli uomini del procuratore speciale Robert Mueller mettono a segno un altro grande risultato: l'ammissione di colpevolezza da parte di Rick Gates, l'ex numero due della campagna di Donald Trump, che ha dichiarato di essersi macchiato del reato di cospirazione e di aver mentito agli uomini dell'Fbi che indagano sulle interferenze russe sulle presidenziali Usa del 2016.

La mossa di Gates potrebbe rappresentare una svolta senza precedenti nel corso delle indagini, volte anche a individuare eventuali legami tra il presidente Donald Trump e Mosca.

La dichiarazione di colpevolezza viene infatti letta da tutti gli osservatori come un chiaro segnale che Gates ha cominciato o comincerà al più presto a collaborare con gli investigatori, allo scopo di evitare molti anni di carcere. Sono ben 32 infatti i capi di accusa che pendono sul capo dell'ex top manager della campagna del tycoon, tra cui anche quelli di frode fiscale e di riciclaggio.

Quello che gli uomini del procuratore Mueller vogliono sapere da Gates, 45 anni, è soprattutto ogni dettaglio sui suoi rapporti con Paul Manafort, ex massimo responsabile della campagna di Trump. Entrambi furono incriminati già lo scorso ottobre ed entrambi si erano dichiarati non colpevoli. Ora la situazione è cambiata, e Gates potrebbe inguaiare ancor di più Manafort. Ha infatti ammesso come quest'ultimo sia stato suo sodale nell'ambito di una cospirazione finanziaria ai danni dello stato federale. E ha ammesso come non disse la verità sull'incontro che nel 2013 Manafort ebbe a Washington con un membro del Congresso ed un lobbista. Incontro per discutere sulla situazione dell'Ucraina, paese dove sia Gates che Manafort hanno lavorato come consulenti politici al fianco dell'allora governo filo-russo.

Grazie all'accordo raggiunto con Gates, dunque, gli uomini del procuratore Mueller sperano di ottenere informazioni vitali per andare ancor più avanti nelle indagini che negli ultimi giorni hanno anche coinvolto 13 cittadini russi che sono stati incriminati con l'accusa di aver lavorato per interferire sul voto americano. Molti di loro sono molto vicini al leader del Cremlino Vladimir Putin.

Da parte sua Manafort ha diffuso una dichiarazione nella quale si dice sorpreso dall'ammissione di colpevolezza di Gates, ribadendo la sua innocenza e la sua determinazione nel continuare a contrastare le accuse che gli vengono mosse. In serata, però, Robert Mueller ha avanzato nuove accuse contro di lui: avrebbe pagato segretamente ex politici europei per fare lobby a favore dell'Ucraina, apparendo invece come analisti indipendenti.

Questi ultimi sviluppi non possono che preoccupare la Casa Bianca. Mentre Gates, collaborando, se la caverà con un consistente sconto di pena senza dover piu' rischiare di pagare fino a 18 milioni di dollari di risarcimento.

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