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La Polonia "congela" la legge sulla Shoah

Auschwitz

VARSAVIA. Dopo forti tensioni con Israele, il governo di Varsavia ha deciso di congelare «in questa fase» l’applicazione della controversa legge sulla Shoah che prevede pene, anche carcerarie (fino a tre anni), per chi "pubblicamente e contro i fatti» associ la nazione polacca all’Olocausto o parli di «campi della morte polacchi» per indicare quelli istituiti dai nazisti in territorio polacco occupato dai tedeschi.

A riferirlo sono la tv israeliana Canale 2 e altri media secondo cui la mossa è stata annunciata dal ministero della giustizia polacco. Inoltre, una delegazione ufficiale del governo polacco arriverà nei prossimi giorni in Israele nel tentativo di concordare emendamenti, accettati da entrambe le parti, al provvedimento che è stato già votato dal parlamento di Varsavia e controfirmato dal presidente della repubblica Andrzej Duda che tuttavia lo aveva rinviato alla Corte Costituzione per un esame di «compatibilità».

Il direttore generale del ministero degli affari esteri a Gerusalemme Yuval Rotem, anche lui citato dai media, ha definito la mossa di Varsavia un «successo» per Israele visto le lunghe polemiche che hanno diviso i due paesi dall’annuncio del varo della legge. Proteste - oltre che dai sopravvissuti alla Shoah - erano giunte anche dagli Usa che avevano espresso, con il segretario di stato Rex Tillerson, «disappunto» per la firma di Duda.

Di recente il premier israeliano Benyamin Netanyahu a si era detto «indignato» per le parole del primo ministro Matheusz Marawieckivev che aveva sottolineato che nella Shoah «ci furono colpevoli polacchi, così come ci furono colpevoli ebrei, colpevoli russi e ucraini, non solo tedeschi». «C'è un problema di mancanza di comprensione storica e di mancanza di sensibilità - aveva replicato Netanyahu - per la tragedia del nostro popolo».

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