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Cinque olii siciliani tra i migliori al mondo: il riconoscimento in Germania

NORIMBERGA. Sapori unici, grande varietà di cultivar e una terra speciale, coltivata con scienza e passione: è la combinazione magica, l’alchimia che rende l’oro verde siciliano, l’olio extravergine, un prodotto di altissima qualità.

L’ultima conferma arriva dall’Olive Oil Award, competizione tra produttori del settore che si svolge nel salone Biofach di Norimberga, una delle più importanti fiere dedicate all’alimentazione biologica.

L’edizione 2018, appena chiusa, ha visto infatti ben cinque aziende dell’Isola classificarsi nella top 15 dei migliori oli al mondo: la Bio Terrazzino di Raffadali e la Val Paradiso di Favara, i Frantoi Cutrera a Chiaramonte Gulfi, Arkè e natura a Caltanissetta e la Tenuta Vasadonna a Belpasso. Selezionati dopo un’attenta valutazione dell’assessorato alle Attività produttive della Regione, i prodotti locali, sottolinea Michelangelo Terrazzino - che ha ereditato dal padre Raffaele l’amore per l’agricoltura-, «sono stati votati e premiati dai consumatori, a conferma che l’olio del nostro territorio riesce ormai nel difficile compito di mettere d’accordo gli esperti del settore e il grande pubblico».

Accanto alla nota coltivazione di mandorle, vendute alle migliori gelaterie d’Italia, da due anni i Terrazzino hanno cominciato a produrre extravergine biologico, un blend di Nocellara del Belice e Biancolilla, e stanno iniziando a commercializzare il loro olio all’estero, partendo dalla Cina, dove hanno già ottenuto riscontri. L’obiettivo, spiega Michelangelo, «è di crescere e avere lo stesso successo che abbiamo avuto con le nostre mandorle, guardando soprattutto fuori dalla Sicilia, visto che qui da noi il concetto di olio biologico non ha ancora attecchito».

E al mercato estero, dal Giappone alla Corea del Sud, dalla Germania al Canada, si rivolge anche Salvatore Diliberto, premiato al Biotech per l’olio di Moresca prodotto dall’Arkè, impresa di famiglia che nel 2003 ha ampliato con frantoio e magazzino per l’imbottigliamento: «oggi controlliamo tutta la filiera, dal raccolto alla bottiglia, con molitura immediata per garantire qualità. Vendiamo soprattutto nel canale gourmet, ai ristoranti di fascia alta, ma pochissimo in Sicilia, perché qui c’è la cattiva abitudine di ritardare i pagamenti».

Anche Salvatore Cutrera, coogetsore insieme alle sorelle dell’omonima azienda, una delle più grandi e antiche della Sicilia, già vincitrice di 350 premi internazionali, esporta ogni anno l’olio biologico ricavato da Tonda Iblea in «oltre 45 Paesi, specialmente Germania, Inghilterra, Usa e Canada, principalmente per l’alta ristorazione, anche se da qualche tempo abbiamo agganciato la Grande distribuzione italiana, ma solo quella di qualità».

Puntare tutto sull’eccellenza è lo stesso imperativo della Val Paradiso, che nei 100 ettari «coltivati in totale regime ecosostenibile» produce Nocellara del Belice, Cerasuola, Biancolilla e Coratina da cui ricava un extravergine a presidio slow food, e di Salvo Scuderi, che nella sua tenuta Vasadonna ha realizzato il sogno del nonno: «Ridare vita all’olio da “Custera”, realizzato con olive coltivate sulle colline etnee, un luogo perfetto per esposizione e composizione del terreno. Oggi produco extravergine bio di Nocellara Etnea e Messinese, destinato soprattutto al commercio di nicchia, in particolare alle olioteche del Nord Italia».

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