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Figli dell'eterologa da ovuli e gameti esteri, sono per metà 'stranieri'

I figli della fecondazione eterologa in Italia sono per almeno metà, ovvero da parte materna o paterna, 'stranieri' geneticamente poichè ovociti e gameti sono nella quasi totalità dei casi di provenienza estera. Per questo, è necessario sensibilizzare per promuovere le donazioni nel nostro Paese. Lo afferma la Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU), che a tal fine lancia il progetto ACQuOS (Audit Control Quality Oocyte and Spermatozoa): un'attività di valutazione indipendente dei gameti importati in Italia dalle banche estere nell'ambito della fecondazione eterologa.

    Secondo i dati dell'Istituto Superiore della Sanità, infatti, per poter effettuare la fecondazione eterologa è importato il 95% degli ovociti, il 75% di liquido seminale e una quota significativa di cicli e?effettuata con embrioni formati all'estero. A quasi quattro anni dallo "sdoganamento" della fecondazione eterologa quindi, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, il bilancio, affermano gli esperti, "non è ancora promettente: sebbene l'eterologa sia molto richiesta, mancano donatori sul territorio nazionale e si fa ancora ricorso a banche estere". Il punto, afferma il presidente SIRU Antonino Guglielmino, è che "la sicurezza delle coppie che devono ricorrere alla donazione di gameti è una delle priorità della nostra Società Scientifica. Per questo motivo, in seguito al rilevamento di alcune criticità evidenziate da diversi organi competenti e in collaborazione con gli organi ispettivi di sicurezza, la SIRU ha dato il via a questa operazione i cui primi risultati saranno presentati in occasione del prossimo Congresso nazionale, il prossimo autunno a Catania". I requisiti di sicurezza e qualità stabiliti dalle normative europee saranno oggetto principale dell'audit promosso dal progetto ACQuOS, che inizialmente partirà dal 1 aprile su due banche greche e tre spagnole per poi allargarsi ad altri centri esteri. Nello specifico, obiettivo dell'audit sarà la verifica di diversi criteri, tra i quali: procedure di selezione delle donatrici e donatori, procedure per il recupero dei gameti maschili e femminili, tracciabilità, requisiti ambientali e della strumentazione, criteri di stoccaggio e modalità di trasporto dei gameti e/o embrioni.

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