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Nespoli, la gravità sulla Terra come una prigione

La gravità è "come una prigione" quando si torna sulla Terra da una lunga missione nello spazio: è stata questa la sensazione più sgradevole che l'astronauta Paolo Nespoli ha provato rientrando a Terra dopo la missione Vita. Lo ha detto lo stesso astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) nell'incontro con i ragazzi delle scuole organizzato oggi dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e al quale ha partecipato il ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Valeria Fedeli.

"Tornando a Terra sembra di essere legato, come in prigione, mentre nello spazio si ha la sensazione di essere veramente liberi", ha detto ancora Nespoli. "I primi giorni sulla Terra succedono cose strane, per esempio è difficile camminare dritti perché il nostro cervello si è abituato a orientarsi nello spazio", ha raccontato ancora l'astronauta ai ragazzi. Tante le domande dei giovanissimi. A chi gli ha chiesto se avesse mai provato nostalgia della Terra, Nespoli ha risposto che nello spazio gli sono mancati "sapori, odori, tempo libero.

E' vero che ti mancano tante cose, ma è anche vero che lì puoi fare cose impossibili sulla Terra, ad esempio galleggiare nell'aria come Superman o guardare il nostro pianeta da un altro punto di vista". A convincerlo a fare l'astronauta, ha detto rispondendo a un'altra domanda, "è stato vedere lo sbarco sulla Luna: guardando la jeep lunare volevo arrivare lì e fare le derapate sulla Luna. Allora ero un ragazzo in un paesino sperduta dell'Italia e quando dicevo che avrei voluto fare l'astronauta mi prendevano in giro".

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