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Teatro: "Cinema Cielo" di Manfredini, quando sesso è bisogno

CAGLIARI - Le atmosfere, i personaggi, il respiro lirico di Jean Genet proiettati in un contesto contemporaneo. E' un ex sala a luci rosse milanese lo sfondo di "Cinema Cielo" di Danio Manfredini. Lo spettacolo, Premio Ubu per la regia nel 2004, è in cartellone al Teatro Massimo di Cagliari il 17 e 18 febbraio alle 21 e alle 19, inserito nella programmazione di Sardegna Teatro, Teatro di rilevante interesse culturale (Tric). Nel buio della sala si aggira lo spirito inquieto del poeta, scrittore e drammaturgo francese che ha dato dignità letteraria a una umanità ai margini condannata all'oscurità. Il romanzo di Genet "Nostra Signora dei fiori" diventa così la partitura sonora di un film immaginario, invisibile, che scorre sulla quarta parete mentre in un gioco di specchi gli spettatori diventano il riflesso del pubblico del Cinema Cielo.

Un rimando continuo fra platea e scena, vita e arte in un dialogo fra cinema e teatro. In scena oltre a Manfredini, Patrizia Aroldi, Vincenzo Del Prete, Giuseppe Semeraro. "Ho cercato di far trapelare l'universo poetico che ho interiorizzato attraverso la frequentazione delle opere di Genet - sottolinea l'attore e regista lombardo - incarnandolo al di là delle parole. Genet è sempre attuale, la sua modalità nello scrivere è vicina alla poesia e quindi immortale". Lo spettacolo è ispirato al Cinema Cielo di Milano, una sala a luci rosse ora chiusa, e mette una lente d'ingrandimento su un'umanità per la quale il sesso è bisogno, evasione, merce, voglia di compagnia e fantasma d'amore. Lo sguardo è rivolto alla sala cinematografica, lo spettatore spia le presenze che abitano il luogo. Il sonoro del film che scorre è liberamente ispirato al romanzo di Genet e racconta di Louis che tutti chiamano Divine, dei suoi amanti e di Nostra Signora dei Fiori, seducente assassino.

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