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Inchiesta per corruzione a Napoli, tra gli indagati un consigliere regionale e De Luca jr

Roberto De Luca, foto da salernotoday.it

NAPOLI. Anche Roberto De Luca, assessore comunale a Salerno e figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, è indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli che ieri ha portato a una serie di perquisizioni in uffici regionali. Il suo coinvolgimento nell’inchiesta sarebbe collegato a un video del quotidiano on-line Fanpage in cui un finto imprenditore propone accordi illeciti in riferimento ad appalti per lo smaltimento delle ecoballe. De Luca jr sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di corruzione.

Agenti della squadra mobile e dello Sco hanno eseguito una perquisizione la scorsa notte nell’abitazione e nello studio professionale di Roberto De Luca. Nelle stesse
ore sono state eseguite altre perquisizioni.

Perquisizioni in uffici regionali e presso la sede della Sma, la società della Regione Campania che si occupa della tutela dell’ambiente. E tra gli indagati spunta il nome del consigliere regionale Luciano Passariello, candidato alle elezioni del 4 marzo nella lista di Fratelli d’Italia. È l'esito di una indagine condotta dalla procura di Napoli su una presunta offerta di denaro da parte di imprenditori, tra cui uno ritenuto legato a un clan della camorra, per ottenere un appalto.

«Che Luciano Passariello è indagato l’ho saputo oggi, ora cercherò di capire cosa è accaduto, sono rigida e credo nello stato di diritto, non ho problemi, se si dovesse scoprire che non era una persona degna, di prendere le conseguenti determinazioni - il commento della leader di FdI, Giorgia Meloni -, ma spero che questa indagine finisca come tutte le indagini di Woodcock, con un nulla di fatto».

Nel decreto di perquisizione eseguito in mattinata dagli uomini dello Sco, il servizio centrale operativo della polizia, e dalla Squadra Mobile si ipotizzano i reati di corruzione aggravata dalla finalità mafiosa, corruzione e finanziamento illecito dei partiti. L’inchiesta è coordinata dai magistrati della direzione distrettuale antimafia e della sezione reati contro la pubblica amministrazione: oltre al procuratore Giovanni Melillo e l’aggiunto Giuseppe Borrelli i sostituti Celeste Carrano, Henry John Woodcock, Sergio Amato, Ilaria Sasso del Verme e Ivana Fulco.

Al centro dell’inchiesta un appalto per lo smaltimento dei fanghi provenienti da cinque depositi di stoccaggio gestito dalla Sma. Gli inquirenti parlano di accordi corruttivi e la tangente pattuita sarebbe stata in proporzione ai guadagni ottenuti dagli imprenditori. Tra gli indagati figurano anche un presunto intermediario e alcuni dipendenti della Sma. L'inchiesta della procura si intreccia con quella giornalistica realizzata dal quotidiano online Fanpage. Alcuni giornalisti sono stati indagati per essersi finti imprenditori e aver contattato politici proponendo accordi illeciti.

Passariello, 57 anni, consigliere comunale a Napoli e poi sempre eletto in Regione dal 2005 (prima con Fi e Pdl, poi alle ultime elezioni con Fdi), è componente della Commissione regionale anticamorra e presidente della Commissione speciale sulle aziende partecipate, una delle quali è proprio la Sma. "Non mi è stata contestata nessuna condotta diretta - la sua replica alle accuse -. Risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome. Essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal commettere reati». Si dice pronto a collaborare con gli inquirenti e chiede ai media di «non gettare fango prima del voto».

Il partito campano solidarizza con Passariello, e il vicecoordinatore regionale di Fdi, Pietro Diodato, esprime "rammarico per la tempistica» dell’inchiesta. Le elezioni sono imminenti ma - spiega in una nota il procuratore Giovanni Melillo - perquisizioni e sequestri di oggi erano «urgenti e indifferibili». L’imminente pubblicazione della videoinchiesta di Fanpage rischiava infatti di «pregiudicare gravemente» le indagini.

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