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Tacchi, tra sperimentazione e ironia

(ANSA) - ROMA, 07 FEB - Le "tappezzerie", dipinti estroflessi e imbottiti come Poltrona gialla e Poltrona rossa del 1964; gli "oggetto-quadri", sculture in vilpelle che negano ogni funzione d'uso; e gli smalti su tela, la grande Cornice, proveniente da La Galleria Nazionale, che non incornicia alcun quadro, fino al gesto estremo della Cancellazione d'artista compiuto nell'ambito della rassegna "Teatro delle mostre" alla Galleria La Tartaruga di Roma nel maggio del 1968. Sono solo alcune delle oltre 100 opere esposte nella mostra monografica "Cesare Tacchi. Una retrospettiva", allestita a Roma fino al 6 maggio nelle sale del Palazzo delle Esposizioni. A cura di Daniela Lancioni e Ilaria Bernardi, l'esposizione vuole essere un omaggio alla vita e alla carriera di Cesare Tacchi, nato a Roma nel 1940 e qui scomparso nel 2014, grande interprete del secondo dopoguerra insieme a Tano Festa, Mario Schifano, Franco Angeli, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Pino Pascali, come lui tra i protagonisti della Scuola di Piazza del Popolo.
   

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