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Calenda contro Salvini: "Incita all'odio, il suo linguaggio è incostituzionale"

Carlo Calenda

ROMA. Carlo Calenda contro Matteo Salvini. Il ministro dello Sviluppo economico parla di una Lega che "ha subito un'involuzione. In passato non si limitava a incitare all'irresponsabilità di ogni tipo, fino a giocare sul crinale del razzismo", dice in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Dopo il raid fascista a Macerata, parole dure contro il leader del Carroccio: "Manca di etica, senso delle istituzioni e sta spingendo la Lega ai limiti di quello che una volta si chiamava l'arco costituzionale".

"Maroni - aggiunge Calenda - per esempio è stato un ottimo ministro e un buon amministratore e anche Zaia è apprezzato in Veneto. Ora il partito si è trasformato nelle mani di questo ragazzo che dimostra quotidianamente di non avere alcuna competenza o visione se non quella di soffiare sul fuoco delle paure. Ha passato tre anni all'Europarlamento, a 20 mila euro al mese, e non sa come si mettono dei dazi. In commissione Commercio non l'ho mai visto. Almeno Marine Le Pen veniva".

Giudica "sorprendenti" le frasi di Berlusconi contro i migranti, "ma non c'è nulla che accomuni Berlusconi e Salvini. Credo la loro alleanza dipenda più dalla legge elettorale che dalla volontà di Forza Italia".

"Con Salvini - aggiunge - siamo all'incitamento all'odio con le frasi sulla sinistra dalle mani sporche di sangue, la razza bianca, la presunta 'invasione' che sarebbe responsabile dell'orrore di Macerata. Questo è un ragazzo che non ha mai lavorato fuori dalla politica e va dagli operai di un'azienda in crisi, l'Ideal Standard, per farsi dei selfie. Ha promesso di fare pressioni sul mio ministero e sull'azienda e poi non si è disturbato neanche per una chiamata".

"Le paure - prosegue - non sono polvere da mettere sotto il tappeto, hanno diritto di cittadinanza. Alle persone bisogna offrire anche protezione. Della liberal-democrazia bisogna difendere i valori, ma il linguaggio deve cambiare".

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