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Berlusconi: "Sicilia regione in agonia, il ponte sullo Stretto è la prima cosa da fare"

Silvio Berlusconi

ROMA. Dopo qualche giorno di silenzio, Silvio Berlusconi torna sulla scena e nel pieno di una campagna elettorale ormai avviata rilancia un suo "piano per il Sud", dove il ponte sullo Stretto di Messina è una priorità.

"Sono stato in Sicilia e ho trovato un disastro - dice Berlusconi -, è una regione in agonia. Ci vuole un piano Marshall apposta per la Sicilia. Il ponte sullo Stretto è la prima cosa da fare. Fosse per noi l'aveva già fatto. Quando è arrivata la sinistra al Governo, con il ministro Di Pietro, per non fare in modo che passasse alla storia come il ponte di Silvio, hanno pagato un mare di penali alle imprese con cui avevamo fatto gli appalti", ha detto il leader di Forza Italia in un'intervista registrata sabato sera a Telelombardia che la manderà in onda stamani.

Non solo del Sud, Berlusconi tocca anche un altro dei temi più discussi in questa campagna elettorale: l'immigrazione, argomento centrale per l'alleato Salvini.  "È una questione urgentissima", dice in un'intervista al Tg5,  perché dopo gli anni di governo "della sinistra" ci sono 600 mila migranti che "non hanno diritto di restare", che rappresentano "un bomba sociale pronta a esplodere, perché pronti a compiere reati".

"Con noi al governo nel 2011 - ha detto- arrivarono 4.400 immigranti; con i quattro governi della sinistra sono arrivati nel 2013 170.000 immigrati, nel 2014 150.000, nel 2016 181.000 e nel 2017 119.000 Il risultato è che oggi abbiamo almeno 630.000 immigrati, di cui solo 30.000 hanno il diritto di restare perché rifugiati. Altri 600 mila sono bomba sociale pronta a esplodere, perché pronti a compiere reati".

Berlusconi ha poi indicato la sua ricetta in tre punti: premere sull'Europa perché faccia accordi con i paesi del Nord Africa per fermare le partenze; fare accordi con i paesi di origine perché riprendano gli immigrati irregolari; un "grande piano Marshall" per i paesi africani coinvolgendo anche Usa, Russia, Ciad e Paesi del Golfo.

A un mese dal voto resta ancora caldo, nel centrodestra, il tema della premiership. Se Lega e Fratelli d'Italia propongono i leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la presidenza del Consiglio, dovessero mai prevalere nella coalizione, dentro Forza Italia ancora non c'è certezza. Silvio Berlusconi non ha dubbi che sarà il suo partito il primo della coalizione e che sarà lui a decidere il premier in caso di vittoria del centrodestra al voto del 4 marzo.

Dopo una pausa di relax, il Cav dovrebbe tornare a pieno ritmo in campagna elettorale non solo con presenze costanti sui media ma anche con la classica campagna di manifesti, dove dovrebbe essere ben evidente il simbolo da votare. Lo conferma il fedelissimo Sestino Giacomoni: "Oggi come in passato l'arma segreta di Forza Italia si chiama Silvio Berlusconi, che sta benissimo e nei prossimi 30 giorni sarà massicciamente presente in Tv, nelle radio e sui social network". D'altra parte già nel weekend il Cavaliere non si è risparmiato, commentando ampiamente i fatti di cronaca con diverse interviste televisive.

Una rosa di nomi per Palazzo Chigi comunque il Cav ce l'ha in mente da tempo anche se non ha ancora sciolto la 'riserva' su chi sarà indicato per Palazzo Chigi, limitandosi a definire l'identikit del candidato ideale e a fare un 'endorsement' ad Antonio Tajani che ha spinto in alto le sue quotazioni.

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