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Abusivismo e il tempismo di Cordaro, un sasso nello stagno del dibattito elettorale

Prendendo a prestito una vecchia canzone di Enzo Jannacci, potremmo dire che quello abbozzato ieri dal neo assessore al Territorio Toto Cordaro - politico di lungo corso e dunque tutt’altro che ingenuo e piuttosto ben avvezzo a certi meccanismi - appare un teorema consegnato ai media, «per vedere di nascosto l’effetto che fa».

E siccome siamo certi quanto lui che il solo intendimento - al momento piuttosto generico e generalista - di intervenire in sede legislativa sulla questione dell’abusivismo edilizio, di effetti ne produrrà parecchi, riteniamo che almeno la tempistica sia quantomeno impropria (più o meno volutamente).

Le sensibilità in materia sono particolarmente spiccate, la campagna elettorale ferve e quel sasso lanciato così, non potrà che provocare le inevitabili onde concentriche nello stagno del dibattito pre-voto.

Anche a costo di arrampicarsi su equilibrismi lessicali come quell’«abusivismo di indispensabilità» che sa di rammendo peggiore dello sbrego.

Tanto quanto quel «gli abusi non sono tutti uguali». Teorizzarlo dopo il 4 marzo no, eh?

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